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Maranello
14 febbraio 2023 |
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La
nuova Ferrari ha fatto il suo debutto in pista: i tecnici diretti
da Cardile hanno mantenuto lo stesso concetto della F1-75 con
le pance molto scavate e con radiatori più piccoli. Nuovo
il muso più corto e la sospensione anteriore a bassa configurazione
di track road. Nel posteriore pull ci sono i bracci multi-link.
Le bocche dei radiatori sono più alte per avere uno scasso
inferiore più estremo. Apprezzata la scritta Ferrari sull'ala
posteriore. La
SF-23 è l’eredità che Mattia Binotto ha lasciato
a Fred Vasseur: il manager francese si trova servita su un piatto
d’argento una monoposto che ambisce a lottare per i due
titoli mondiali che è stata pensata da chi non è
più al timone della Gestione Sportiva.
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La Ferrari, a dispetto di tanti che hanno deciso
di nascondere le loro macchine 2023 per mostrare dei rendering,
spesso corretti al computer per nascondere alcune soluzioni, è
tornata allo show live con i giornalisti, i vip e i fan dei Ferrari
Club. Un clima d’altri tempi che ha acceso la fantasia di
chi ricordava gli anni ruggenti dell’era Schumacher.
Sono
16 anni che una rossa non vince il mondiale piloti (Kimi Raikkonen
nel 2007) e sono 15 le stagioni senza il titolo Costruttori: un’attesa
che si è fatta estenuante. Riuscirà la 69esima monoposto
del Cavallino a rompere l’incantesimo con Charles Leclerc
e Carlos Sainz?
A guardarla la SF-23 mostra una grande somiglianza con la F1-75
che l’ha preceduta, ma in realtà è una macchina
che dovrebbe aver corretto il tiro sugli errori che l’avevano
resa debole da un certo punto della stagione in poi.
La
Ferrari non ha tradito la sua filosofia costruttiva, credendo
che le pance larghe e scavate, possano essere una valida alternativa
alle fiancate spioventi della Red Bull. Enrico Cardile, il direttore
tecnico, non ha avuto dubbi puntando su un certosino lavoro di
sviluppo che ha portato a una SF-23 tanto simile alla sua progenitrice,
ma così diversa in ogni bullone. Non è stato tradito
il proprio filone di ricerca, mentre tanti altri hanno cercato
un mix fra le idee del Cavallino e quelle Red Bull: l’esempio
più eclatante è dato dall’Aston Martin AMR23.
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Risparmio
di peso e efficienza aerodinamica L’obiettivo
ispiratore a Maranello è stato la ricerca del calo di peso
e la voglia di sfidare Max Verstappen anche in fondo ai rettilinei,
con una velocità massima a DRS aperto che non mortifichi
le aspettative del Cavallino. Ovviamente a Maranello devono contare
su una power unit 066/7 che non si deve rompere più dopo
gli interventi che lo staff di Enrico Gualtieri ha messo in atto
dopo i tre cedimenti dello scorso anno.
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Telaio
nuovo più leggero
La
scocca è completamente nuova: Fabio Montecchi ha rivisto
gli attacchi delle sospensioni che hanno lo stesso schema anteriore
push rod, ma con cinematismi leggermente rivisti per adeguarsi
alle nuove gomme Pirelli, dotate di una costruzione più
rigida per ridurre quel fastidioso sottosterzo che aveva condizionato
la guidabilità l’anno scorso. Il telaio ha permesso
anche un sensibile risparmio di peso, senza arrivare ai 3 kg promessi
da qualcuno.
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Bocche
più alte, pance con lo scasso estremo
L’imboccatura
delle pance ha mantenuto la caratteristica Ferrari: le bocche
pare siano state alzate di una decina di millimetri, al limite
concesso dalla collocazione del cono antintrusione. In Gestione
Sportiva hanno capito che è necessario aumentare il flusso
da portare sul fondo per aumentare il carico. La svasatura sotto
la pancia è estrema e va nella direzione Red Bull, così
come il vassoio che prolunga il labbro inferiore.
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Radiatori
più piccoli
Un
altro elemento che ha permesso un risparmio di peso è stata
la riduzione dei pacchi radianti: i ferraristi l’anno scorso
si erano tenuti un margine di sicurezza sull’impianto di
raffreddamento, per cui c’è stata l’opportunità
di estremizzare i radiatori che hanno mantenuto la stessa disposizione
inclinata in avanti, permettendo però una profilatura della
fiancata più rastremata verso la coda con un vantaggio
aerodinamico.
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Branchie divise in due parti
Nella
parte superiore delle pance non manca l’artistico scavo
che aveva reso la F1-75 come un’opera d’arte: anche
quest’anno ci sono le branchie per l’evacuazione dell’aria
calda, ma sulla SF-23 le feritoie sono meno profonde, segno che
si è posta molta attenzione all’efficienza aerodinamica.
Ci sono quattro sfoghi nella parte scavata della pancia e sono
riconoscibili dal nero carbonio e ce ne sono altre sette nella
parete verticale dell’engine cover. Quest’anno la
carrozzeria è modulare per cui le aperture potranno essere
modificate in funzione delle caratteristiche dei tracciati e delle
condizioni meteo. Non sfugge nemmeno lo sfogo d’aria a periscopio
sotto l’attacco dell’Halo.
Con
una pancia che si rastrema meglio all’engine cover è
stato possibile avere una parete verticale ai lati del motore:
in questo modo la beam wing lavora meglio, incrementando l’effetto
risucchio dall’estrattore posteriore con un conseguente
aumento di downforce che non costa in materia di resistenza all’avanzamento.
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Airbox
triangolare e piccolo
L’airbox
è molto piccolo e di forma triangolare: l’obbligo
di rivedere i valori di crash sul roll-hoop dopo il paurioso crash
di Zhou con l’Alfa Romeo, non hanno condizionato i telaisti
che hanno ridotto la portata della presa d’aria del motore.
Ai lati dell’airscope sono rimaste le due derive verticali
a forma di corna. La Ferrari ha mantenuto uno cofano motore molto
slanciato e piccolo, non avendo adottato alla radice dell’engine
cover il “bazooka” che è caratteristica di
tutti gli altri. La deriva che fa da pinna è rimasta non
verniciata: una scelta ben visibile in altre parti della monoposto
nella logica del risparmio di peso (anche la fiancata ha una vasta
superficie non rossa).
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Scatola
del cambio più stretta
Il
cambio è nuovo non solo per soddisfare il gradino di 10
mm che la FIA ha imposto al gomito del diffusore: la nuova scatola
si è resa necessaria sia per esigenze aerodinamiche, sia
per motivi meccanici. L’involucro in carbonio della trasmissione
è più stretto di quello della F1-75, ma ospita anche
diversi attacchi per la sospensione posteriore.
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Sospensione posteriore multilink
La
Ferrari non ha ripudiato lo schema pull rod, adottando però
soluzioni più estreme e meno tradizionali: per la prima
volta non c’è il triangolo superiore che ha lasciato
il posto a due bracci multi-link, convertendosi a concetti che
abbiamo apprezzato su Red Bull e Mercedes. Il
triangolo inferiore è orientato verso l’anteriore
e il braccio dietro è carenato con il semiasse, mentre
i bracci multi-link lavorano più indietro come quello di
convergenza.
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Sospensione
anteriore con track road basso
Se
vogliamo restare in tema di sospensioni ci trasferiamo all’anteriore:
abbiamo già anticipato che lo schema è rimasto push
rod, ma gli ancoraggi e i bracci sono di disegno diverso passando
a una configurazione con track road basso mentre era alto: il
braccio posteriore del triangolo superiore è molto più
basso e la volontà è di laminare il flusso verso
il fondo grazie a cover in carbonio che diventano i primi deviatori
di flusso. Il braccio dello sterzo è stato allineato al
braccio inferiore, cambiando finalmente un impianto noto.
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Muso
più corto e ala anteriore provocatoria
Il
muso è diverso da quello già molto bello della F1-75:
il lavoro di affinamento si osserva notando il naso che si appoggia
al secondo flap, mentre era più lungo. Dalla prima osservazione
sembra che sia più stretto e scavato nella V sotto. L’ala
anteriore è di nuovo disegno con il profilo principale
separato dal resto dell’ala: la Ferrari cerca l’effetto
outwash con la curvatura dei flap verso la paratia laterale che
all’esterno adotta il una bandella non più rettilinea,
ma arcuata. Colpisce il fatto che il flap regolabile sia collegato
al terzo elemento con cinque supporti, riproponendo una soluzione
che la FIA aveva bocciato alla Mercedes dopo che era stata mostrata
ad Austin e vietata in Messico.
Un
aspetto che non si è potuto vedere in presentazione, ma
che vi anticipiamo riguarda i cestelli in carbonio nei corner
anteriore. Sulla F1-75 l’elemento esterno conteneva anche
quello che copriva il disco della Brembo. Sulla SF-23 la Ferrari
ha separato le due parti, potendosi permettere evoluzioni meno
vincolate nel disegno e adottando soluzioni più simili
a quelle della concorrenza.
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Scritta
Ferrari sull’ala posteriore
L’alettone
posteriore è sostenuto da due piloni con il collo del cigno
che sono una caratteristica della Casa: l’aspetto che certo
soddisfa i tifosi del Cavallino è la vistosa scritta Ferrari
bianca che tanto era piaciuta sulla F1-75 nel GP d’Italia.
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Ferrari
F1 SF23 scheda tecnica e prestazioni |
Vettura:
Telaio in materiale composito a nido d’ape in fibra di carbonio
con protezione halo per l’abitacolo. Carrozzeria e sedile
in fibra di carbonio
Cambio longitudinale Ferrari a 8 marce più retro
Differenziale posteriore a controllo idraulico
Freni a disco autoventilanti in carbonio Brembo (anteriore e posteriore)
e sistema di controllo elettronico sui freni posteriori.
Sospensioni anteriori a puntone (schema push-rod), sospensioni
posteriori a tirante (pull-rod).
Peso complessivo con acqua, olio e pilota 798 kg
Ruote anteriori e posteriori: 18”.
Power unit:
Nome 066/10
Cilindrata 1600 cc
Giri max 15.000
Sovralimentazione Turbo singolo
Portata benzina 100 kg/hr max
Quantità benzina gara 110 kg
Configurazione V6 90°
Nr cilidri 6
Alesaggio 80 mm
Corsa 53 mm
Valvole 4 per cilindro
Iniezione Diretta, max 500 bar
Sistema
ERS:
Configurazione: Sistema ibrido di recupero dell’energia
attraverso motogeneratori elettrici
Pacco batteria: Batterie in ioni di litio dal peso minimo di
20 kg
Energia batteria 4 MJ
Potenza MGU-K 120 kW
Giri max MGU-K 50.000
Giri max MGU-H 125.000
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