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Il Regime e il Ministro della Stampa e Propaganda Galeazzo Ciano,
nel 1937 preferirono che il GP d'Italia si corresse sul Circuito
dell'Ardenza a Livorno, città natale dello stesso Ciano,
attribuendone il fatto che un circuito stradale, avrebbe esaltato
le qualità delle vetture italiane, cosa che poi puntualmente
non avvenne, in quanto Auto Union e Mercedes la fecero da padroni
assoluti della corsa. Così Monza in quell'anno non ospitò
nessuna competizione agonistica, rimandando i fasti delle corse
all'anno successivo, il 1938, l'ultimo Gran Premio d'Italia d'anteguerra,
disputato per l'ultima volta sul "Circuito Florio" e
vinto dal mitico Tazio Nuvolari su Auto Union. Nello stesso anno,
il Reale (in quanto Sua Maestà Vittorio
Emanuele III e Benito Mussolini ne assusero l'Alto Patronato)
Automobile Club d'Italia e di Milano,
così denominato da una Legge dello Stato del 1926 che resterà
in vigore fino al 1950, decide un programma di rinnovamento delle
strutture e del tracciato di Monza.
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"Esigenze
di rinnovamento degli impianti e di miglioramento delle protezioni
del pubblico e dei piloti, indussero nel 1938 i Dirigenti dell'Autodromo
ad attuare un progetto comprendente la ricostruzione di alcune
strutture (tra cui le tribune, i box e le rimesse) e la trasformazione
del circuito". Questo è quanto si può
leggere nell'Annuario Di Monza del 1962 riguardo ai nuovi lavori
di adeguamento del 1938/1939. Il cemento armato prende il posto
del legno e così viene demolita la vecchia tribuna d'onore,
sostituita da quella tuttora esistente, capace di 2.000 posti
a sedere, dove al suo interno si trova un ristorante con circa
700 posti e al piano rialzato viene progettato il podio delle
autorità, struttura dove un tempo i piloti, dopo avere
vinto la corsa, andavano a raccogliere il premio e gli applausi
degli spettatori. Caratteristica della tribuna d'onore è
la cabina a semicerchio destinata ai cronometristi di gara, realizzata
in cima alla tribuna stessa.
Inoltre venne progettato il rifacimento del manto stradale della
pista, l'abbatimento delle due curve sopraelevate della pista
di Alta Velocità, la realizzazione di 30 nuovi box in muratura,
15 rimesse con annessa un officina e una serie di piccoli fabbricati
adibiti ai servizi dell'Autodromo e il rinnovamento degli impianti
delle classifiche per il pubblico. I lavori comprendevano anche
lo spostamento più a ovest del rettifilo centrale, unito
al rettifilo tribune mediante due curve con raggio di 60 metri,
realizzate in blocchetti di porfido, successivamente denominate
"curve di porfido".
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Proprio di fronte alla tribuna centrale, vennero erette due
grandi torri in cemento armato di classica impronta "Ventennio"
che davano una veduta monumentale all'ingresso pista, alte
circa 14 metri, con una terrazza posta a 3,60
metri di altezza dalla pista, usata poi negli anni 70/80
anche come podio. Sotto la terrazza venne realizzata una cancellata
che delimitava la pista dalla zona servizi e dal recinto verifiche,
posto sulla sinistra delle due torri.
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1949
- GP dell'Autodromo |
1958
- 500 MLS di Monza |
1959
-Camp.Italiano Seniores c.500 |
1962
- Trofeo Presidente FMI |
Immagini©Autodromo Nazionale di Monza
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Da questo cancello era possibile ammirare negli anni '50, stando
comodamente seduti nella tribuna d'onore, l'ingresso in pista
e il successivo posizionamento in griglia (che avveniva più
arretrato verso Sud, davanti alla Direzione Corsa), di vetture
spinte a mano dai meccanici delle scuderie, accompagnate a piedi
dai piloti e da un portabandiera con il vessillo della nazione
rappresentata (le pit-babe non erano ancora state "inventate").
Uno spettacolo di colori e di sport. In cima alle torri i due
loghi del R.A.C: sulla torre di sinistra quello del R.A.C.Italia
e su quella di destra il logo del R.A.C.Milano, evidenziado così
gli "sponsor" del Gran Premio dell'Autodromo. Alla base
della torre di sinistra, una stele raffigurante San Cristoforo,
patrono degli automobilisti e una targa in memoria di Arturo Mercanti,
fondatore dell'Autodromo Nazionale di Monza su quella di destra.
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1962
- Coupes des Alpes |
1963
- Gran Rodeo di Francia |
1963
- Partenza del GP d'Italia |
1965
- Partenza gara Junior
Italia - URSS |
Immagini©Autodromo
Nazionale di Monza
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Il
nuovo ingresso pista e le altre nuove strutture dell'Autodromo
di Monza, videro il loro battesimo il 17 ottobre 1948,
data dell'inaugurazione del rinato Autodromo, con una grande
manifestazione e successiva benedizione dell'impianto sportivo.
Nel contesto si tenne anche il primo Gran Premio dell'Autodromo
post bellico, gara Grand Prix vinta da Jean-Pierre Wimille
su Alfa Romeo 158, vettura nata prima della guerra nell'officina
della Scuderia Ferrari a Modena.
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1982
- Le torri d'ingresso pista |
1988
- Le torri d'ingresso pista
trasformate in podio |
1997
- Le torri d'ingresso pista |
2000
- Le torri vanno scomparendo |
Immagini©Autodromo
Nazionale di Monza
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Partenza
del Gran Premio d'Italia del 1970 - ©Autodromo
Nazionale di Monza |
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La rappresentazione del diorama ci
riporta a ritroso nel tempo al 16 settembre 1951,
data in cui si svolse a Monza il 22° Gran Premio d'Italia.
Una chiara descrizione dell'evento la
fornisce Corrado Millanta che con Luigi Orsini e Franco Zagari,
sono gli autori di "Ferrari Automobili 1947 - 1953".
Nelle cronache del tempo si può leggere:
" Dopo gli ultimi eventi ci si appresta a vivere la corsa
dell'anno, quella che, al di là del risultato, non mancherà
di avere riflessi anche sul piano tecnico-sportivo in funzione
della prossima riunione FIA a Parigi. Le stesse sorti del campionato
mondiale, tuttora aperto, passano in secondo piano prevaricate
dall'aspetto tecnico contingente.
L'Alfa Romeo si presenta con quattro 159 da 415-420 CV per Fangio,
Farina, Bonetto e de Graffenried in sostituzione di Sanesi, a
riposo dopo un incidente in prova. Tutte adottano il ponte De
Dion e serbatoi piccoli, soluzione largamente preferita dai piloti
ma allo stesso tempo insufficiente a far ritrovare alle belle
otto cilindri milanesi il giusto equilibrio strutturale. Ferrari
ha uno schieramento equivalente con quattro 375 a doppia accensione,
tre delle quali nuovissime, per Ascari, Villoresi e Gonzales,
mentre Taruffi scende in gara con una monoposto meno recente.
In rapporto a questa, le versioni aggiornate vantano una nuova
distribuzione dei pesi, modifiche al telaio, una nuova carrozzeria.
Tutte dispongono di 385 CV equivalenti ad una potenza specifica
di 85 CV/litro, che è il traguardo prefissato da Lampredi
al momento della progettazione. La vivacità imprenditoriale
induce Ferrari a schierare anche la 625 F1 per Landi, ma il motore
cede in prova e il brasiliano passa su di una 125 F1 doppio compressore,
con la quale, peraltro, si fermerà al primo giro.
Le prove parlano essenzialmente il linguaggio dell'Alfa Romeo
perchè i cronometristi le attribuiscono tempi impossibili
che, una volta depurati, restano comunque di rilievo assoluto.
Del resto, è cosa nota, con la sovralimentazione non c'è
limite teorico alla potenza anche se certe prestazioni sono ottenibile
solo per breve tempo. La conferma viene dalla corsa di Fangio
impegnato in una strenua difesa che dura solo 13 giri, dopo di
che si deve fermare per la sostituzione di una gomma. E mentre
Ascari e Gonzales fuggono verso il traguardo, la Alfa Romeo cedono
progressivamente negli organi meccanici più sollecitati.
Si salva solo la vettura di Bonetto, rilevata da Farina, che si
produce in un generoso ma inutile inseguimento. Ascari vince a
tempo di record davanti a Gonzales, Farina distaccato di un giro,
Villoresi e Taruffi.
Oltre alle prestazioni, le 375 F1 dimostrano così un'invidiabile
affidabilità. Ciò significa che l'Alfa Romeo è
in ginocchio con poche possibilità di recupero, ma i fischi
della folla impietosa sono del tutto ingiustificati. A maggior
ragione si può parlare di tramonto definitivo delle Gordini
sovralimentate e delle stesse Talbot, antesignane del motore aspirato
che proprio a Monza, negli ultimi anni recenti, aveva stupito
per le sue virtù tetragone".
Fin qui la descrizione di Millanta-Orsini-Zagari. Una cosa è
certa: la Ferrari incomincia a prendere il posto che le compete.
Sono passati due mesi dalla storica vittoria di Froilan Gonzalez
a Silverstone e la Ferrari si ripete al Nuerburgring con Alberto
Ascari il 29 luglio. Con il Gran Premio d'Italia sono tre le vittorie
di fila della Casa di Maranello: una con Gonzalez e due con Ascari.
La strada è aperta e sarà ancora più facile
camminarla dopo il ritiro dalle corse dell'Alfa Romeo, avvenuto
a fine 1951, decretando anche la fine momentanea del neonato campionato
del mondo di F1, per lasciare spazio per due anni alla formula
minore, che regala comunque alla Ferrari due campionati piloti
nel 1952 e 1953, grazie a Alberto Ascari, il "ciccio"nazionale.
MfB
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La
partenza del gran premio d'Italia
Fangio n°38 - Farina n°34
Gonzalez n°6 - Ascari n°2
Villoresi n°4 - Taruffi n°8
Bonetto n°40
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Alberto
Ascari - Ferrari 375 F1 |
Ascari
in azione |
Ascari
precede Fangio |
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Ascari si disseta ai box |
Felice
Bonetto con l'Alfa 159 |
Luigi
Villoresi - Ferrari 375 F1 |
J.Manuel
Fangio con
l'Alfa 159
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Froilan
Gonzalez - Ferrari 375 F1 |
Fangio,
Farina, Ascari e Gonzalez |
Le
Ferrari ai box di Monza |
Prove
GP Italia 1951 |
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Ordine
di prtenza del Gran Premio d'Italia
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1
- J.M.Fangio - Alfa Romeo |
2
- G.Farina - Alfa Romeo |
3
- A.Ascari - Ferrari |
4
- F.Gonzalez - Ferrari |
- |
5
- L.Villoresi - Ferrari |
6
- P.Taruffi - Ferrari |
7
- F.Bonetto - Alfa Romeo |
8
- T.de Graffenried - Alfa Romeo |
9
- A.Simon - Simca-Gordini |
10
- M.Trintignat - Simca-Gordini |
- |
- |
11
- R.Manzon - Simca-Gordini |
12
- Y.G.Cabantous - Talbot-Lago |
13
- L.Rosier - Talbot-Lago |
14
- C.Landi - Ferrari |
15
- L.Chiron - Talbot-Lago |
16
- Franco Rol - O.S.C.A. |
- |
- |
17
- P.Whitehead - Ferrari |
18
- P.Levegh - Talbot-Lago |
19
- J.Cleas - Talbot-Lago |
20
- J.Swaters - Talbot-Lago |
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- |
- |
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Ordine
di arrivo |
1°
A.Ascari |
Ferrari |
2h42'39"3 |
2°
F.Gonzalez |
Ferrari |
+
44"6 |
3°
Farina-Bonetto |
Alfa
Romeo |
+
1 giro |
4°
L.Villoresi |
Ferrari |
+
1 giro |
5°
P.Taruffi |
Ferrari |
+
2 giri |
6°
A.Simon |
Simca-Gordini |
+
6 giri |
7°
L.Rosier |
Talbot-Lago |
+
7 giri |
8°
Y.Giraud-Cabantous |
Talbot-Lago |
+
8 giri |
9°
F.Rol |
O.S.C.A. |
+
13 giri |
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I
ritirati |
C.Landi |
Ferrari |
1°giro |
Trasmissione |
P.Whitehead |
Ferrari |
2°giro |
Impianto
elettrico |
J.Claes |
Talbot-Lago |
5°giro |
Motore |
T.de
Graffenried |
Alfa
Romeo |
6°giro |
Alimentazione |
G.Farina |
Alfa
Romeo |
8°giro |
Motore |
J.Swaters |
Talbot-Lago |
8°giro |
Motore |
P.Levegh |
Talbot-Lago |
10°giro |
Motore |
L.Chiron |
Talbot-Lago |
23°giro |
Alimentazione |
M.Trintignant |
Simca-Gordini |
30°giro |
Motore |
R.Manzon |
Simca-Gordini |
30° |
Motore |
J.M.Fangio |
Alfa
Romeo |
40° |
Motore |
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L'arrivo
del GP d'Italia
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L'Alfa
di Bonetto/Farina |
La
375 F1di Ascari
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L'Alfa
di Bonetto/Farina |
Particolare |
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L'Alfa
di Bonetto/Farina
|
La
375 F1 di Ascari |
Il
cancello di entrata |
Particolare
della 375F1 |
Particolare
della AR.159 |
Particolare
della 375F1 |
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Particolare
della 375F1 |
Particolare
della AR.159 |
Vista
dall'alto |
Vista
dall'alto |
Vista
dall'alto |
La
stele a S.Cristoforo |
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I disegni di adeguamento fabbricati stalli e direzione corsa
dell'ottobre 1951 con la vista frontale e la pianta delle
torri d'ingresso
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Ancora una volta, riportare gli eventi a decenni dall'accadimento
non è opera facile, anche perchè l'interesse questa
volta si è concentrato su di una parte di Autodromo, fotografato
solo nell'essenziale e senza molti di
partricolari. Anche in questo caso, si è partiti da un
disegno dell'ottobre 1951, disegno atto alla realizzazione di
stalli e fabbricati all'interno dell'Autodromo, dove per far comprendere
al meglio la costruenda opera, si è riportato tutto il
fronte ovest del rettifilo di partenza, quindi anche le due gigantesce
torri in cemento, che non subirono mai opera di rifacimento, nemmeno
per togliere l'impronta fascista del Ventennio, che comprendeva
i tre fasci del Littorio sormontati da un blocco trasversale,
che visto d'insieme stilizzavano la "M" di Mussolini.
Dopo gli anni '70 si optò per una copertura pubblicitaria
dei due frontali. La ricostruzione in scala 1:43 ci regala la
visione tridimensionale di quello che un tempo fu il fulcro dell'Autodromo
stesso, l'entrata nell"arena" di Monza, dove i piloti
dovevano far vedere di cosa erano capaci, specialmente nell'affrontare
l'Anello di Alta Velocità. La difficoltà maggiore
è venuta dalla giusta interpretazione del disegno di adeguamento,
anche perchè, come sempre, la varianti d'opera sono molteplici
e l'unico riscontro viene poi dall'occhio del fotografo. In questo
caso, l'occhio del fotografo di turno si è fermato davanti,
sulla pista, ritraendo le torri quasi sempre dalla medesima posizione
(dalla tribuna centrale) e quasi mai dalla strada che dal recinto
verifiche porta, passando sotto le torri e l'annessa terrazza,
al cancello della pista. Inoltre i particolari fotografati riportano
date diverse e così si potevano vedere le torri nel 1949,
ma non come era fatta la linea di arrivo; si evidenziavano le
strutture murarie dell'epoca, ma non i manifesti pubblicitari
e via dicendo. Ricomporre il tutto e fissarlo ad un anno preciso,
come dicevo, non è stata impresa facile. Per fortuna esistono
VHS dove nei filmati d'epoca è possibile carpire qualche
particolare in più, giocando con il fermo immagine e cercando
di interpretare le parole del commentatore, quasi sempre non sincronizzate
con le immagini che scorrono, descrivendo un gran premio e visualizandone
un'altro. L'esperienza e l'occhio sui numeri di gara delle vetture,
riconducono poi ad una giusta dimensione temporale l'evento cercato
e riprodotto in scala.
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La
stele dedicata a
Arturo Mercanti |
Torre
di sinistra |
Torre
di destra |
Sezione
terrazza sinistra |
Sezione
terrazza destra |
Frontale
terrazza sinistra |
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Frontale
terrazza destra |
Vista
dall'alto |
Vista
lato destro ingresso |
Vista
lato sinistro ingresso |
Particolare
terrazza sx. |
Particolare
terrazza destra |
I
due loghi riprodotti sulle torri
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MONZA:
l'ingresso del tempio della velocità -GP d'Italia
1967 - Fotografie Franco Gallo
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La
Ferrari 312 di Chris Amon |
Amon
in velocità e Graham Hill (Lotus-Ford 49 in uscita
box |
Sesta
piena: J.Stewart (BRM H16) e G.Ligier (Brabham-Repco) |
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Si
è cercato di riprodurre il maggior numero di particolari
manualmente, non ricorrendo, ad esclusione delle vetture e dei
figurini, che a loro volta sono stati modificati per adattarli
all'esigenza, a prodotti già in commercio "compera
e posa".
La scena riprodotta raffigura il termine del Gran Premio, come
in effetti si verificava cinquant'anni fa. Le vetture di Ascari
(Ferrari 375 F1) e di Bonetto/Farina (Alfa
Romeo 159), sostano prima di essere portate nel recinto verifiche
dell'Autodromo davanti al cancello d'ingresso pista, sotto le
imponenti torri. Piloti, meccanici, addetti ai lavori e
semplici appassionati, attorniano le vetture dopo la gara, ben
lontano dal rigore dei giorni nostri. Era una grande festa di
sport, dove era possibile perfino dare pacche sulle spalle ai
piloti per congratularsi della vittoria, prima che questi salissero
sulla tribuna d'onore per ricevere la coppa e gli applausi dei
numerosi presenti.
L'opera misura cm 60 di larghezza, cm 40 di profondità
e cm 45 di altezza al pennone della bandiera.
Il diorama si aggiunge ad altre opere con tema "Autodromo
di Monza", quali: recinto
verifiche 1958 - le
cuve sopraelevate 1969 - Monza
2 1978 - Direzione
Corsa e box di rifornimento 1956 - restauro
della pianta dell'Autodromo di Monza 1954.
Ovviamente, il tutto solo per passione.
MfB
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"Ferrari
375 F1" Brumm - Elaborazione |
"Alfa
Romeo 158" Fabbri Editore - Elaborazione |
Figurini
Italeri - Elaborazione |
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Modelli impiegati nel diorama:
Ferrari 375
F1 - BRUMM codice
R191 (GP Italia 1951 - A.Ascari). E' stata modificata nella
parte posteriore, in quanto il modello originale si presenta in
configurazione "bassa" nella parte serbatoio. Delle
quattro Ferrari 375 ufficiali al via del Gran Premio d'Italia
1951, solo quella di Piero Taruffi (n°8) si presentava nella
configurazione Brumm, mentre le altre tre (Ascari - Villoresi
- Gonzalez) partivano con la vettura dotata di serbatoio modificato
- modifica Mfb.
Alfa Romeo 158 - Collezione Fabbri F1-
date le minime differenze nella struttura con la 159, si è
proceduto alla fresatura delle alettature di sfogo aria laterali
basse nella 158 e all'inserimento dello sportellino di areazione
collocato nella parte più arretrata del cofano motore -
modifica Mfb.
Figurini:
scala 1/48 - Italeri n° 2629 - modifica Mfb
Figurini: scala 1/50 - Preiser n° 68290 dipinti
a mano Mfb
Figurino di Giuseppe Farina - modifica Mfb
Figurino di Stirling Moss - modifica in Alberto
Ascari - Mfb
Collezione
Modelfoxbrianza
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Pagina pubblicata il
28.01.2008
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