PROGETTO
E CIRCUITO

Tribune
e ingresso
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Zona
servizi e piazzale Nord
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Recinto
e box
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Gradonate
Via Formigina
e "S" Stanguellini
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Per la realizzazione della pianta dell'Aerautodromo di Modena,
sono stati reperiti e attentamente studiati tre progetti:
quello originale del 1949 a firma del geometra Enzo Dalaiti,
un secondo progetto che era una variante al primo progetto
ed un progetto esecutivo non firmato, ma suppongo dello
stesso Dalaiti.
La differenza sostanziale tra i tre progetti è la pista
di decollo e atterraggio per aerei.
Nel primo progetto e nella variante è posta quasi parallelamente
al rettifilo di partenza della pista, mentre nel terzo progetto
assume un'angolazione di 40°, dove il piazzale nord è
tangente al rettifilo di partenza, mentre il piazzale sud taglia
in due il curvone del circuito.
Come si potrà notare nel primo progetto i box dovevano
essere costruiti a est del rettifilo di partenza, mentre a ovest,
si trovano quattro tribune e l'hangar di ricovero per gli aerei.
Nella variante al primo progetto i quattro box ed una zona servizi
erano stati concepiti a nord-ovest verso la Via Emilia, forse
per agevolare le entrate e le uscite delle bisarche con le vetture
da gara.

Stazione
di servizio |

Scritta
luminosa |

Hangar
e torre |

Tribune
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Nel
progetto esecutivo i box sono stati realizzati a ovest del rettifilo
di partenza, mentre le tribune progettate erano tre, denominate:
tribuna box, tribuna centrale e tribuna
A. Inoltre ai lati che costeggiano la Via Emilia e
la Via Formigina (poi Viale Autodromo), erano previste gradonate
in terrapieno per ospitare spettatori "esclusi" dalle
tribune e dai recinti tribune.
L'entrata principale dalla Via Formigina era garantita da tre
grossi portoni sormontati da un'architrave e da bandiere italiane
e del Comune di Modena, posti nel mezzo delle due tribune (box
e centrale). Da questo ingresso che immetteva direttamente nel
recinto tribune, si poteva vedere il rettifilo
di partenza e lo schieramento delle vetture prima della gara.
Sulla sinistra dell'entrata si trovava il recinto box
con quattro box "aperti" e un piazzale per accogliere
gli automezzi delle scuderie. Più avanti, continuando
verso la Via Emilia, si incontrava il "villaggio"
autodromo con la torre di controllo per gli
aerei, la palazzina della Direzione Gara e
i due hangar atti al ricovero degli aerei,
costruiti in differenti epoche.

Bar,
elettrauto e zona servizi con la torre
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Panoramica
delle tribune
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Torre
di controllo
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La torretta di segnalazione e cronometraggio
si trovava di fronte alla tribuna centrale e garantiva una visione
a 360° di tutto l'Aerautodromo. Dall'ingresso principale
girando a destra, dopo la tribuna centrale, il progetto evidenziava
una seconda grossa tribuna denominata "tribuna
A", mai visibile in riscontri fotografici del
tempo. Si pensa che la "tribuna A" venisse realizzata
"alla giornata", ovvero in previsione del gran premio
e poi smontata. Purtroppo su questo particolare non si hanno
dati certi.
Dopo la tribuna A, continuando verso sud, si incontrava il recinto
gradonate e le tre gradonate parallele alla Via Formigina.
Avevano l'ingresso assicurato da cancelli sulla via citata e
concludevano proprio alla variante Stanguellini. Le tre
curve che creavano la variante, avevano un raggio di 20 metri
e angolazioni di 54°,103°,145°, che garantivano
un rallentamento alle vetture prima della curvetta a sinistra
di 90°, a cui faceva seguito un breve rettilineo di 85 metri
e un curvone a sinistra di 250 mt. di raggio, tagliato in due
dal piazzale sud della pista di decollo dell'aerautodromo.

Veduta
del piazzale Nord
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Tribuna
centrale
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Rettilineo
di partenza
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Tribune
e rettilineo
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Il
rettifilo dopo la grande curva opposto a quello di partenza,
aveva una lunghezza di 537 metri e in fondo a questo rettilineo,
i piloti dovevano compiere una staccata al limite per imboccare
una curva a sinistra di 15 metri di raggio, anch'essa di 90°,
proprio davanti alla Caserma del 6° Campale.
Imboccato poi il rettilineo di 229 metri che portava al piazzale
nord, lasciando sul lato destro verso nord le gradonate
della Via Emilia, i piloti proprio nel centro del piazzale,
dovevano imboccare la pista di decollo larga 30 metri, dopo
avere girato a sinistra e scendere verso sud, fino quasi al
piazzale. Prima di questo, una boa e delle balle di paglia obbligavano
i corridori ad un ritorno verso nord, compiendo in senso contrario
tutta la pista di decollo, divisa in due da una lunga fila di
balle di paglia fino al piazzale. Poi girando a sinistra tramite
una curvetta di 15 metri di raggio, si assicuravano gli incitamenti
dei meccanici e D.S. davanti ai box e gli applausi degli spettatori
sulle tribune. Il giro interno è finito, pronti per altri
20,50,100 giri, quanto durava un gran premio di allora.
Tutta la pista era larga 8-10 metri e le caratteristiche tecniche
del circuito erano: lunghezza km 2,306, divenuti poi 2.366 dopo
le modifiche deli anni 60; mentre il giro completo (compresa
la pista di decollo) era di km 3,800.

Legenda
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Panoramica
del diorama
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Planimetria
del Parco Ferrari
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DESCRIZIONE DEL DIORAMA
La ricostruzione di un autodromo è sempre una cosa complessa
dal punto di vista modellistico, se si considerano le componenti
contenute in esso e la scala di ricostruzione. In questo caso
si è scelta la scala 1/500, ovviamente per ridurne gli
ingombri di massima.
Proprio in quest'ottica si è riprodotta l'area dell'impianto
sportivo in 2 metri per 1,20.
La scelta dei materiali è stata indirizzata al contenimento
del peso, viste le misure di realizzazione, preferendo ad altri
materiali legno e apposito cartone per costruzioni. Il multistrato
da 5mm si è rivelato eccellente allo scopo, dopo una
preventiva "nervatura" ha assunto caratteristiche
di robustezza e leggerezza. Un profilo in legno ne ha delimitato
i lati, introducendo una sede opportuna per il ricevimento di
una copertura in policarbonato. Uno dei problemi corstruttivi
era rappresentato dalle quote tridimensionali, ovvero le altezze
delle strutture, avendo a disposizione solo larghezza e lunghezza
riportate sul disegno di progetto.
Il sistema di rapporto uomo/struttura, descritto nella sezione
realizzare un diorama,
ha risolto lo "spinoso" problema, dando un aspetto
reale alla scala di riproduzione e al diorama nel suo aspetto
finale. Tutta la parte "a verde" si
è ottenuta applicando erba sintetica a strati, dopo una
preventiva base di segatura passata al setaccio, usufruendo
così solo di quella di sezione indicata, dando il rilievo
desiderato al prato. Una mano di colore con l'ausilio di un
buon aerografo ha completato l'opera. Le tribune sono state
realizzate con della rete metallica di idonea sezione, simulando
così i tubolari con cui erano costruite e rivestite come
indicato dalle fotografie d'epoca. Si
è volutamente creato un effetto di invecchiamento di
tutto il diorama, usando tecniche in voga negli anni 50; ossia
la ricostruzione completamente manuale di tutte le sue porzioni
senza l'ausilio di macchine elettriche specifiche. Così
sono state riprodotte le lettere della dicitura "AERAUTODROMO
DI MODENA", tagliate a traforo, stuccate e verniciate.
La legenda per motivi di grandezza delle lettere contenute in
10 mm, difficilmente riproducibili a mano senza l'ausilio di
un pantografo, ha obbligato l'applicazione di lettere adesive,
bloccate poi da una mano di fissante.
Una certosina cura dei particolari è stata richiesta
per il completamento del diorama, anche se la scala di riproduzione
ha lasciato minime possibilità d'intervento sui piccoli
particolari che si è comunque provveduto ad inserire
evidenziando gli apetti salienti in tutto il diorama.
La soddisfazione è di avere riportato "in vita"
seppur in scala, un autodromo che ha visto correre nomi di rilievo
dell'automobilismo anni 50-60, in una città dove automobili
e motori, hanno fatto scuola in Italia e nel Mondo. Modena:
terra di motori.... MfB
ModelfoxBrianza
ringrazia Giancarlo Benatti per la consulenza storica
e l'Assessore alle Politiche per il Centro Storico e la
qualità urbana, Lavori Pubblici e Patrimonio, Stefano
Bonaccini del Comune di Modena per l'interessamento
alla ricostruzione in scala dell'Aerautodromo.
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