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"100
giorni e 100 milioni": questa era la promessa ufficiale
fatta dalla stampa modenese sulla realizzazione dell'Aerautodromo
di Modena.
La notizia era stata data durante una riunione dell'Automobil
Club d'Italia, con presenti le maggiori case costruttrici italiane
e quindi anche le modenesi Ferrari, Stanguellini
e Maserati.
L'avvocato Camillo Donati, vice presidente dell'Automobile
Club di Modena prendendo la parola, illustrò in tutti
i suoi particolari l'importanza della costruzione di un impianto
sportivo a Modena, mostrando ai presenti il progetto realizzato
dal geom. Enzo Dalaiti. In concomitanza della presentazione
del progetto modenese, vennero presentati anche i progetti degli
autodromi di Roma e Milano.
L'area destinata alla costruzione dell'Autodromo fu identificata
in un terreno parallelo alla via Emilia, dove esisteva già
dal 1910 una pista di atterraggio per piccoli aerei e attracco
per dirigibili. L'area era delimitata a nord come già
detto dalla via Emilia, a sud dalla via San Faustino, a ovest
dalla via Formigina (che diventerà Viale Autodromo) e
a est dal muro perimetrale del 6°Campale
e da altri terreni. Come per la costruzione dell'Autodromo di
Monza, anche per quello di Modena sorsero subito delle difficoltà.
L'area prescelta era di proprietà del pubblico demanio
nazionale e non, come ventilato da più parti del Ministero
della Difesa e l'Aeronautica che l'aveva poi ceduta all'Aero
Club di Modena e all'Automobile Club di Modena.
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Il progetto del Geom. Enzo
Dalaiti con alcune sezioni del costruendo Aerautodromo
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Progetto
dell'ingresso
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Tribuna
centrale e pennone
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Variante
"S" Stanguellini
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Piazzale
Sud
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Tribune
e partenza |

Zona
servizi dell'Autodromo |

Il
piazzale Nord |

Firma
del progettista |
Il progetto originale
custodito dall'Archivio Storico del Comune di Modena
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Dopo
varie controversie, il 28 marzo 1949 venne dato il via ai lavori
di costruzione affidando gli stessi per la realizzazione della
pista, all'Impresa dell'Ing.Fedele Righi, mentre per gli impianti
accessori la Cooperativa Muratori, Cementisti e Fumisti di Modena,
si aggiudicò l'appalto. La Città di Modena vide
così sorgere nel suo cuore questa opera fortemente voluta,
che si configurava come aereoporto per i soci
dell'Aero Club e come autodromo per gli appassionati
di automobilismo, che non erano pochi, essendo Modena la capitale
dei motori.
Giancarlo Benatti descrive molto bene l'uso che secondo
i soci dell'Aereo Club, l'aerautodromo doveva avere: voli turismo
e commerciali, questi ultimi mirati ad un trasporto celere della
frutta e verdura prodotta in loco e inviata al nord Europa.
I finanziamenti alla costruzione vennero concessi dal Consiglio
Comunale il 19 maggio 1949, con un contributo di 15 milioni
in tre anni, assegnati ai presidenti dell'Aereo Club e Automobil
Club di Modena.
Il 12 dicembre la pista d'aviazione ricevette il suo battesimo.
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Lettera
del Presidente dell'Aerautodromo
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Lettera
dell'ACI di Modena
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Ritagli
di giornale di Enzo Ferrari
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Documentazione originale
custodita dall'Archivio Storico del Comune di Modena
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Finalmente il 7 maggio 1950, con la denominazione di "Gran
Premio di Modena", si inaugurano sia l'autodromo che
l'aereoporto, insomma l'Aerautodromo.
Il Ministro della Marina Mercantile Alberto Simonini, fu il
testimone dell'evento assieme ad altre personalità dello
Stato e della Chiesa.
Alle ore 15.50 viene dato il via al primo Gran Premio della
Città di Modena e dopo 80 giri del circuito, che vede
impegnate Case Automobilistiche del calibero di Ferrari,
Maserati, Fiat-Stanguellini,
Cooper, Cisitalia, Osca,
il vincitore è Alberto Ascari su Ferrari,
alla media di 108,875 km/h, seguito da Mario
Tadini su Ferrari a 2 giri e da Piero
Carini si Osca a 4 giri.
Dopo il 1960 iniziò una seconda vita dell'Aerautodromo
purtroppo finita quasi subito nel 1962.
La motivazione era che le potenze delle vetture di quel periodo
si erano notevolmente elevate e il "nostro" Aerautodromo,
non rispondeva più ai requisiti richiesti, andano incontro
ad una "morte" certa.
Divenne il luogo delle prove e dei collaudi per le industrie
automobilistiche della zona. Il 19 gennaio 1965
inizia lo smantellamento vero e proprio delle strutture distribuite
sul percorso, puntando sul nuovo autodromo che dovrà
sorgere a Marzaglia, a sette chilometri da Modena: ma questa
è un'altra storia. MfB

pagina pubblicata il 20/5/2004
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