Bandini
e la formula uno. Una storia come tante altre, uguale ad altre
storie di altri piloti che negli anni 60 avevano una voglia
matta di emergere, di arrivare, di dimostrare di che pasta erano
fatti. Di carattere calmo e molto serio, Lorenzo rappresentava
quello che in gergo si chiama "il bravo ragazzo",
un ragazzo che ha costruito il suo debutto in formula uno con
tanti sacrifici. Una storia la sua, coltivata nel garage milanese
del Sig.Freddi, che sarebbe poi diventato suo suocero, dopo
avere sposato Margherita. Bandini raccontava che in Italia giunse
da Bengasi, dove il padre gestiva un'industria di macchine agricole.
A quindici anni arrivò a Milano in cerca di miglior fortuna,
senza soldi e con tante speranze. Iniziò come meccanico
nel garage di Freddi e quindi la passione per le auto da corsa
lo contagiò, collaudando di nascosto le auto dei clienti.
Cominciò con una Fiat 1100 TV nella Castell'Arquato -
Vernasca e si classificò 15° di classe. Lorenzo continuò
con le gare in salita, fino a "centrare" nel 1956
un primo posto nella Lessolo-Alice con una Fiat 8V preparata
da lui stesso. Nel 1958 acquista una formula Junior, una Volpini
e si iscrive al Gran Premio di Siracusa di quell'anno, classificandosi
al 3° posto. Dopo avere acquistato una Stanguellini, vinse
il Gran Premio Libertad a Cuba e partecipò al corso indetto
dalla Scuderia Centro-Sud di Mimmo Dei, con un' insegnante d'eccezione:
Piero Taruffi. Nel 1961 riceve la chiamata di Ferrari e a bordo
di una Testa Rossa, vince il Circuito di Pescara. Da quel momento
in poi, le vittorie come stradista si susseguono in modo costante,
fino alla vittoria alla 24 Ore di Le Mans. Vince l'unico Gran
Premio di F1 nel 1964 in Austria. Nel 1967 vince in coppia con
Amon la 24 Ore di Daytona, ma lui non si monta la testa, rimane
sempre con i piedi per terra. Lui non è una prima donna,
è solo un pilota che ama il suo mestiere. Poi arriva
il 7 maggio 1967, il Gran Premio di Monaco, la morte che prima
lo sfiora e poi lo prende definitivamente, il 10 maggio lasciandoci
la nostalgia di quel "bravo ragazzo". |
Lorenzo
Bandini a
Monaco nel 1967
Realizzazione
: 1992- scala 1/43 -
Modello: Scale Racing Cars -
Collezione MfB
Bandini
osserva la 156 sperimentale del 1962.
Senza dubbio Bandini fu il pilota italiano più amato
dagli italiani degli anni '60. Iniziò a correre per la
Scuderia Centro Sud di Mimmo Dei, abbandonando il sogno di esordire
a bordo di una Ferrari messa a disposizione dalla FISA, che
preferì Giancarlo Baghetti. Esordì come pilota
di F.1 nel Gran Premio del Belgio del 1961. Enzo Ferrari lo
chiamò a Maranello nel 1962.
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Il tragico incidente di Bandini a Montecarlo, visto dalle
fotografie di R.W.Schlegelmilch, tratte dal libro Grand
Prix de Monaco
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7
Maggio 1967
Partito dalla prima fila con il secondo
tempo, ha davanti solo Brabham, che al secondo giro "sbiella"
inondando la pista per un paio di chilometri di olio motore.
Inizia il pandemonio; vetture che si girano, che si toccano.
I piloti fanno inutilmente di tutto per tenerle in pista, ma
nulla da fare. Ormai il tracciato di Montecarlo non è
altro che un nastro viscido di asfalto. Bandini segnala ai box
che la pista non è praticabile e si ondeggia inesorabilmente.
Bandini non ama correre sul bagnato, figuriamoci sull'olio.
La 312 di Lorenzo, scarica a terra inutilmente i suoi cavalli
motore, patinando da una parte all'altra della pista, ma Lorenzo
continua, quella gara la deve vincere lui. Ripensa al perchè
Scarfiotti è ai box della Ferrari, forse la paura di
una sostituzione alla guida della rossa lo attanaglia. Bandini
pian piano riprende velocità, tanto da incuriosire il
D.S Franco Lini che è ai box, ma si scoprirà poi
che non fu Bandini ad accellerare, ma Hulme ad andare più
piano. Davanti Hulme e dietro a Lorenzo, Amon con l'altra Ferrari,
corrono verso il traguardo di questa pazzesca edizione del Gran
Premio di Monaco. |
Bandini
in gara a Montecarlo
|
Al
73. giro, Lini fa mettere il segnale delle posizioni: Bandini
secondo e Amon terzo. Bandini vede il cartello ma non rallenta
e continua a girare il 1'30", sembra quasi che Lorenzo
sia bloccato con lo sguardo e con il pensiero a qualcosa di
incomprensibile. Ormai Bandini era diventato un automa . La
gara doveva vincerla lui e basta!. Dalle tribune si dirà
che Lorenzo "era cotto", arrivando persino lungo alla
Curva del gasometro.
All'82° giro la Ferrari 312 n°18 taglia la pista, punta
e strige le balle di paglia, urta contro una bitta in ferro
del porto, perde una ruota, si impenna e ricade rovesciata di
180°. Fuoco, tanto fuoco, tanto da convincere quasi subito
i commissari di percorso che Lorenzo è già morto.
Sono le 17.10 del 7 maggio 1967 e inutile cercare i perchè
dell'incidente. Bandini dopo non poche difficoltà, viene
estratto dai resti della sua vettura e portato all'Ospedale
di Monaco, dove il Prof. Chatelain dichiara apertamente che
dal punto di vista scientifico, Lorenzo è già
morto e ogni ora in più di sopravvivenza è un
vero miracolo. MfB
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Bandini
con la moglie Margherita Freddi ritratto da una rivista dell'epoca.
Nato il 21 dicembre 1935 a Barce in Libia, Lorenzo corse con
la Ferrari dal 1962 al 1967 |
Stagioni
in Ferrari:
Gran Premi disputati: 35 |
1962
- 1963 - 1964 - 1965 - 1966 - 1967 |
Pole
position: 1 |
1966
G.P. di Francia |
Giri
Veloci: 2 |
1966:
G.P. di Monaco - G.P. di Francia |
Vittorie:
1 |
1964:
G.P. d'Austria |
Secondi
posti: 2 |
1965:
G.P. di Monaco
1966: G.P. di Monaco |
Terzi
posti: 5 |
1962:
G.P. di Monaco
1964: G.P. di Germania - G.P.d'Italia - G.P.
del Messico
1966: G.P. del Belgio |
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Bibliografia
Leggi
anche Monografie di Franco Gallo alla pagina: Addio Bandini
pagina
pubblicata nrl 2003 - aggiornata il 12/3/2007
|
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