di Franco
Gallo - modelli
Franco Gallo Collection |
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Un
giorno d’estate a Viserba...
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“...
è arrivato Ferrari! ...” la voce circola e si propaga
con un veloce tam-tam. Ed eccola la 250 GTE metallizzata parcheggiata
davanti alla villetta del Commendatore con un crocicchio di persone
che la ammira e subissa di domande il fido Peppino, mentre dalla
parte affacciata sulla striscia di spiaggia sabbiosa la voce del
Sire di Maranello tuona contro il bagnino Angelo, che ha osato
sistemare ben tre cabine (prontamente riposizionate) appoggiandole
al muricciolo della proprietà togliendo così parzialmente
la vista mare agli abitanti della casa con l’insegna del
cavallino rampante.
Nel mini trambusto creatosi, quello che sembra un normale villeggiante
parcheggia alla meno peggio tra un auto e l’altra la propria
argentea Mini Morris targata Modena e si allontana sotto gli sguardi
indifferenti di chi passa; la stessa Mini l’avevamo già
vista l’anno precedente di ritorno dal Nuerburgring perchè
il suo conduttore è John Surtees il centauro sette volte
campione con la MV Augusta, ma soprattutto il pilota che nel GP
di Germania del 1963 è riuscito a riportare alla vittoria
la Ferrari F.1 dopo una sconfortante stagione ’62 e che
ora (Agosto 1964) è in lizza con Jim Clark e Graham Hill
per il titolo mondiale, avendo trionfato ancora nel “suo”
GP di Germania.
L’occhio ci cade su una via laterale dove da una bianca
Alfa Romeo Giulia SS (Sprint Speciale) con l’insegna “Prova
della Rivista Quattroruote” scende Lorenzo Bandini, il pilota
italiano più amato che ha appena completato il successo
Ferrari con un ottimo terzo posto al Nuerburgring, il vincitore
l’anno precedente sulla 250P in coppia con Ludovico Scarfiotti
della corsa più prestigiosa dell’epoca: la 24 Ore
di Le Mans.
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G.P.
di Germania 1962
Bandini
sulla rinnovata F.1 156
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24
Ore di Le Mans 1963: i vincitori Bandini e Scarfiotti |
Facciamo così una troppo breve conoscenza con quello
che per tutti noi, gruppetto di amici con la stessa passione,
è il nostro idolo e non osiamo neanche chiedergli
l’autografo perchè non si possono disturbare
i piloti che cercano un po’ di relax durante il week
end, ma siamo buoni profeti con i nostri auspici perchè
tempo dieci giorni e arriverà la vittoria in F.1
nel GP d’Austria.
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Non
sarebbero più tornati a Viserba i piloti della Ferrari,
che nella loro disarmante semplicità potevano andarsene
in giro senza l’assillo dei fans e senza il codazzo mediatico
che è imposto ai campioni di oggi, usando uno una piccola
utilitaria e l’altro una normale auto sportiva avuta in
prova (e che poi avrebbe fatto sua immaginiamo con un bello sconto
sul prezzo d’acquisto).
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Sfuma ora il ricordo di quel pomeriggio estivo che si va a sovrapporre
al ricordo dei GP di F.1, delle innumerevoli battaglie nelle corse
delle Sport-Prototipo ed al grandissimo finale di stagione agonistica
‘64 con il trionfo di “Big John” nel GP d’Italia,
cui fa da corollario la normale generosità di Bandini che
cede la propria posizione nel GP del Messico al suo compagno di
squadra, permettendogli di fregiarsi del titolo di Campione del
Mondo anche delle quattro ruote, così come desiderava il
Commendatore, e consegnando alla Ferrari il titolo iridato dei
costruttori di F.1 con le auto verniciate di bianco NART anziché
di rosso Maranello, per la grossa polemica innescata dalla mancata
omologazione nella categoria sport della 250 LM, tanto che già
in Luglio alla 12 Ore di Reims la vettura (per l’appunto
una 250 LM) di Surtees-Bandini risultava iscritta dal North American
Racing Team di Chinetti.
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Nel
1965 nessuna vittoria e solo piazzamenti per le Ferrari F.1, ma
la Targa Florio, la gara su strada che ha di fatto sostituito
la Mille Miglia per popolarità e partecipazione di pubblico,
ci riconsegna un Bandini grande vincitore con la 275 P2 alla cui
guida si è alternato con Nino Vaccarella, su di un percorso
dove le misure di sicurezza sono completamente inesistenti; sempre
con Vaccarella arriva anche un notevole quarto posto alla 1000
km. del Nuerburgring con la piccola Dino 166S. |
La
bisarca della Ferrari trasporta le auto all'edizione 1963 della
Targa Florio, gara in cui Bandini
si classificherà secondo con Scarfiotti e Mairesse, come
già nel 1962 in coppia con Baghetti.
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Targa
Florio 1965 - Bandini vincitore con la Ferrari 275
P2
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La
275 P2 di Baghetti-Guichet
Sull'asfalto si nota la scritta "W Bandini"
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Il
1966 segna il ritorno alla potenza per la F.1 con i motori tre
litri di cilindrata. Buon inizio per la Ferrari e per Bandini
con il secondo posto di Montecarlo (bissando lo stesso risultato
del 1965) seguito dalla vittoria di Surtees ed il terzo gradino
del podio per il pilota italiano, con la 2400 sei cilindri, a
Spa-Francorchamps; poi poco prima di Le Mans la brutta vicenda
dell’allontanamento di Surtees (cha ha ottenuto il successo
con la 300 P3 sia a Monza che a Spa in coppia con Parkes) ed il
conseguente riconoscimento del ruolo di prima guida a Bandini,
sfortunatissimo nel GP di Francia a Reims dove è costretto
alla resa mentre si trova saldamente al comando, con “Michelone”
Parkes buon secondo dietro al redivivo Jack Brabham, che diverrà
Campione del Mondo al volante di una propria vettura.
Le peripezie sindacali però frenano la Ferrari, non solo
nella produzione ma anche nel reparto corse; parzialmente la delusione
dei tifosi è mitigata, dopo la quinta posizione della Dino
206S di Bandini-Scarfiotti alla 12 Ore di Sebring, dal fantastico
secondo posto ancora per la Dino di Bandini-Scarfiotti alla 1000
Km. del Nuerbugring alle spalle della Chaparral 2D, che ha una
cilindrata due volte e mezzo maggiore della piccola di Maranello.
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L’8
Maggio la 330 P3 di Bandini-Vaccarella conduce agevolmente la
50^ Targa Florio, quando uno spaventoso incidente con un auto
molto meno veloce mette fuori gara Bandini, che riesce ad uscire
dalla vettura capovolta miracolosamente illeso rompendo con le
mani il vetro del parabrezza, mentre l’abitacolo è
inondato di benzina.
Finalmente la Ferrari torna alla vittoria nel GP d’Italia
a Monza, ma la sfortuna perseguita il suo alfiere che, dopo un’entusiasmante
partenza, deve ritirarsi e lasciare l’alloro a Scarfiotti
seguito da Parkes.
In Messico ultima gara della stagione di F.1 la vittoria è
di Surtees con la poco performante Cooper-Maserati; con la stessa
auto (nel senso della stessa vettura) Pedro Rodriguez si aggiudicherà
il GP del Sudafrica prima gara del campionato 1967.
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Targa
Florio 1966: la Ferrari 330 P3 di Bandini-Vaccarella
suscita l'entusiasmo anche delle Forze dell'Ordine |
Bandini
con Scarfiotti e Baghetti dopo
il drammatico incidente alla T.F.1966
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1000
Km del Nürburgring 1966
Le
Ferrari Dino 206 di Rodriguez-Ginther e Bandini-Scarfiotti
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24
Ore di Le Mans 1966 - Ferrari 330 P3 - Bandini-Guichet
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Gran
Premio d'Italia 1966 - Prima fila per la Ferrari di Bandini
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La Ferrari per il 1967 ha allestito la stupenda sport-prototipo
330 P4 e Bandini in coppia con il neozelandese Chris Amon la porta
al trionfo in parata, sotto l’attenta regia del DS Franco
Lini, alla 24h di Daytona e alla 1000 Km. di Monza, dove fa la
sua comparsa per la prima volta in Europa un enorme alettone installato
sulla Chaparral 2F.
Tutta l’Italia ha ora eletto Lorenzo Bandini a proprio rappresentante
sportivo e la popolarità del pilota, milanese d’adozione,
è alle stelle.
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Bandini/Amon
- Scarfiotti/Parkes - Rodriguez/Guichet
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Ferrari
330 P4 (Bandini-Amon) - Chaparral 2F (P.Hill-Spencer)
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Si
giunge il 7 Maggio alla seconda gara di F.1 della stagione il
GP di Monaco-Montecarlo, il circuito che vide nel 1962 il magnifico
terzo posto di Bandini al suo esordio su una Ferrari di Formula
Uno. |
E’ troppo nota ed amara la cronaca di questo tragico GP,
con l’immagine televisiva che ci mostra il fumo proveniente
dalla chicane del porto dopo che nel precedente collegamento avevamo
lasciato la Ferrari n.18 all’inseguimento della Brabham-Repco
di Denis Hulme su una pista quasi completamente sporca d’olio;
si era all’82° dei 100 giri previsti, una distanza folle,
retaggio dei GP degli anni ’50 che non tenevano in alcun
conto lo sforzo richiesto ai piloti e gli inaccettabili rischi
a cui venivano esposti. Sono passati esattamente 365 giorni dall’incidente
della Targa Florio.
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L'uscita
della Lotus 33 di Clark al 44°giro, testimonia le terribili
condizioni del tracciato monegasco e le primordiali barriere protettive |
Nell'ordine
da sinistra verso destra: Dan Gurney, Lorenzo Bandini, John Surtees,
Richie Ginther, Bruce McLaren, Jim
Clark, Jack Brabham e Graham Hill.
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Per
tre giorni un esile filo di vita resiste nel corpo di Bandini;
sarà il giornale radio delle quindici del 10 Maggio a dare
la notizia della sua scomparsa, mentre su Milano si scatena un
temporale. Oltre alla città anche il cielo ne volle piangere
la morte. Un’enorme folle, paragonabile solo a quella che
la televisione ci ha mostrato nel ricordo del maestro Toscanini,
partecipò ai funerali del pilota, presente Enzo Ferrari. |
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Il
premio
Lorenzo Bandini, istituito per la prima volta in occasione del
GP d’Italia 1967, fu vinto da John Surtees che con la Honda(-Lola)
colse a Monza il suo ultimo successo in Formula 1. |
John
Surtees riceve da Margherita Freddi il premio Lorenzo Bandini
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Dal
1968 la distanza del GP di Monaco venne ridotta ad 80 giri e la
Ferrari in quell’occasione non schierò al via le
sue monoposto, rimandando a Niki Lauda prima e a Gilles Villeneuve
poi il compito di onorare con la vittoria sulle strade di Montecarlo
la memoria del nostro Campione.
Molti ex-ragazzi di circa quarant’anni, milanesi ma probabilmente
anche di tutte le città e paesi d’Italia, si chiamano
Lorenzo... e forse non sanno perchè.
Franco
Gallo
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IL
RICORDO ATTRAVERSO IL MODELLISMO |
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330
P4 - 24 Ore di Daytona 1967 |
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24
Ore di Le Mans: 250P/63 e 275P/64 |
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24
Ore di Le Mans 1962: 250 GTO
12 Ore di Sebring 1963: 330 (GTO)LMB |
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330
P2 Targa Florio 1965 |
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Le
Ferrari della Targa Florio |
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275P
Nürburgring 1964
330 P3 Targa Florio 1966 |
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Dino
206S Monza 1966
250 LM Nürburgring 1964 |
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Monza
GP d'Italia 1963: 156 F1
Zeltweg GP d'Austria 1964: 156 F1 |
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512
F1: GP d'Italia 1965
GP del Messico 1964 con livrea N.A.R.T. |
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GP
di Monaco 1967: le 312 F1 di Bandini e Amon |
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