Prima
parte |
Breve
storia della carrozzerie che hanno "vestito" i modelli
Ferrari . |
Enzo
Ferrari è noto, all'inizio della sua avventura come costruttore,
antepose il motore al telaio e alla carrozzeria. Per uno come
Ferrari cresciuto in mezzo alle corse, le stesse rappresentavano
per lui un naturale palcoscenico di mondanità e di conoscenze.
Non dobbiamo stupirci che dal 1947 in poi, almeno per i primi
anni dell'azienda, il motore e le potenze fossero la cosa più
importante per lui. Come già ripetuto nelle pagine di
questo sito, Ferrari fu uno dei pochi che iniziarono l'attività
di costruttore partendo proprio dalle corse, passando poi alla
produzione per i clienti che, grazie alle vittorie riportate
dalle sue rosse macchine, direttamente in fabbrica, o tramite
i suoi rivenditori, acquistavano quelle speciali vetture con
il tipo di motore che aveva vinto la domenica prima in qualche
circuito o competizione stradale sparsa nel mondo. Motori, cilindri
e pistoni, riempivano i suoi sogni fin da ragazzo, le carrozzerie
un poco meno.
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Una bella immagine di un battilastra mentre
prepara la calandra di una vettura. Ovviamente le lamiere
venivano sagomate su di un modello base e quindi nessun
pezzo era uguale all'altro, differenziando le vetture
e rendendole uniche nelle misure, anche dello stesso
modello.
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Ovviamente
l'immagine negli anni 50 non aveva il significato di oggi ed
il messaggio ai clienti, come già detto, arrivava direttamente
dalle piste. Nel 1947 vide la luce la 125 S e la Ferrari fece
in proprio anche la carrozzeria. Ma già dalla versione
successiva, la 125 S Competizione, qualcuno "vestì"
la vettura, con parafanghi di tipo motociclistico e corpo centrale
a sigaro. Quindi Ansaloni, questo il nome del carrozziere, si
può fregiare dello status di primo "sarto"
Ferrari. Il primo coupé lo preparò Allemano, finchè
Ferrari si ricollegò alla Carrozzeria Touring che gli
aveva allestito la sua prima vettura, quando ancora non aveva
la facoltà giuridica di chiamare il suo prodotto con
il proprio nome, in base alla clausola stipulata con l'Alfa
Romeo nel 1939. Dal quel 1949, data di nascita della 166 Sport
carrozzata Touring, i motori e i telai incominciarono ad uscire
dai cancelli di Maranello con destinazione Milano (Touring)
o Torino e qui, solo l'imbarazzo della scelta.
Nel 1950 comincia la collaborazione con Giacinto Ghia, vestendo
un coupé su meccanica del tipo 166 Inter, mentre in contemporanea
la Touring continuava a "vestire" i modelli Ferrari
con un'altra 166 Inter. La carrozzeria Vignale muoveva i suoi
primi passi nell'emisfero Ferrari con una 166 MM. Questo testimonia
il fatto che Ferrari fu un vero "agitatore di uomini"
e che fu sempre in grado di gestire le situazioni direttamente,
motivando al meglio chi lavorava per lui.
Ma Ferrari sapeva come far girare i propri affari. I soldi per
tenere aperta e sulla cresta dell'onda un'attività sentita
come la sua erano pochi, tanto da non buttare via niente anche
dopo una competizione. Sono di esempio le candele delle vetture,
che regolarmente venivano smontate dai motori finita la gara,
ripulite e rimesse su altri motori prima di una nuova competizione.
Le linee delle carrozzerie si facevano sempre più filanti,
mentre le calandre incominciavano a ricevere la griglia caratteristica
a "rettangoli" che ha accompagnato la Ferrari per
molti anni. La coda delle vetture cominciava a denominarsi "fastback"
ed i primi accenni alle pinne posteriori, cominciavano a farsi
notare sulle vetture ad opera di Touring. Il 1952 rappresenta
l'anno dell'importante matrimonio tra il Costruttore e il Carrozziere
per eccezione. Ferrari e Pinin Farina si incontrarono dopo tanti
tira e molla a Tortona e gettarono le basi per un sodalizio
che sarà destinato a durare nel tempo. I due Uomini,
seduti in un ristorante, discussero delle loro idee e si lasciarono
con un accordo, forse nemmeno del tutto convinti loro stessi
del passo che avrebbero fatto, ma che fece dire a Pinin Farina:
"Già dalla prima collaborazione, capii che eravamo
il compimento uno dell'altro".
Ma anche Enzo Ferrari alle prese con una delle sue prime attività
imprenditoriali, agli inizi degli anni ’20, gestì
una carrozzeria che si occupava di carrozzare telai di Alfa
Romeo e CMN, la “Carrozzeria Emilia”
di Enzo Ferrari & C., con sede a Modena in Via Jacopo Barozzi
5, Società in Accomandita che venne quasi subito liquidata,
passando poi in altre mani per mancanza di fondi. Dopo questa
esperienza Enzo Ferrari rilevò il “Garage
Gatti” in Via Emilia Est 5, sempre a Modena e
poi si lanciò nell’impresa della “Società
Anonima Scuderia Ferrari”.
Oltre alle carrozzerie esposte in queste pagine, la Ferrari
si pregiò del lavoro di carrozzerie più piccole
e forse meno note ai più. In una conferenza indetta da
Mef (Museo Casa Ferrari) e Fondazione in collaborazione
con A.I.S.A., Associazione Italiana per la Storia dell’Automobile
(16 marzo 2013), emerge dalla brillante e storica relazione
di Adolfo Orsi, riconosciutio storico dell’automobilismo,
che a Modena dagli anni ’50 in poi, miriadi di piccole
attività di carrozzeria lavoravano per Ferrari. Troviamo
dunque nomi conosciuti e nomi meno conosciuti, riassunti in
un ordine alfabetico e non cronologico:
Carrozzeria Ansaloni (159 S), Carrozzeria Autodromo
(una sola Ferrari), Carrozzeria Allemano (166
S), Carrozzeria Abbot ( 212 Inter Cabriolet
e 340 America Spider), Carrozzeria Campana
(ricarrozza la 166 di Cacciari), Carrozzeria Fontana
(212 Export – 340 America Spider), Carrozzeria
Motto (212 Export), Carrozzeria Morelli
(250 MM Spider), Carrozzeria Sport Cars (P3
– P4 e 206 SP). Il
resto della storia è noto. MfB
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*Per
le descrizioni delle immagini, passare sopra il puntatore del mouse
TOURING |
La Carrozzeria Touring venne fondata a Milano
nel 1926 in Via Ludovico di Breme e raccolse l'eredità
operativa, oltre che l'azionariato, della carrozzeria Falco
di proprietà del fratello di Antonio Ascari, Vittorio,
che in seguito lascierà l'avviata attività agli
avvocati Felice Bianchi Anderloni e Gaetano
Ponzoni, i quali gettate le toghe alle ortiche,
iniziano l'attività con le idee molto chiare: realizzare
carrozzerie leggere, oltre che resistenti.
Il loro motto era: "il peso è il nemico,
la resistenza all'aria è l'ostacolo".
Acquistarono la licenza Weymann: sostituzione
delle lamiere in ferro, chiodate alla struttura in legno, con
lamiere più leggere in pegamoide fissate alla scocca,
che a sua volta veniva alleggerita, in quanto non aveva più
il compito di sostenere le lamiere, ed incominciarono a produrre
carrozzerie innovative per il tempo. I primi clienti della carrozzeria
furono Isotta Fraschini e Alfa Romeo. Ma il metodo Weymann con
il tempo creava dei problemi, screpolando e rinsecchendo letteralmente
le carrozzerie realizzate dalla Touring. I due avvocati con
il pallino dell'auto non si persero d'animo e "inventarono"
il metodo di costruzione denominato Superleggera.
La Touring operò a stretto contatto con Fiat, Diatto,
Lancia, Isotta Fraschini, di cui Bianchi Anderloni era cognato
dei proprietari; Bugatti, Itala, Bianchi, Alfa Romeo e molte
altre case automobilistiche.
Negli anni 1935-1936, la Touring sviluppò commesse di
origine aeronautica; l'esperienza fatta sui velivoli da guerra,
gettò le basi per la realizzazione di carrozzerie che
adottassero gli stessi concetti "del volo". Nel 1937
la prima vettura carrozzata Touring, un' Alfa Romeo 6C 2300B,
prese il via alla Mille Miglia mettendo in bella mostra il logo
aziendale, accompagnato dalla scritta Superleggera. Gianbattista
Guidotti la portò al primo posto nella categoria Turismo
Nazionale. Anche Enzo Ferrari non restò indifferente
a questa nuova tecnologia "Superleggera" e nel 1940
affida alla carrozzeria milanese la "vestizione" della
sua prima vettura, la 815. Dopo la Seconda
Guerra Mondiale, Touring lavora su commesse Ferrari che comprendono
telai di "barchette" tipo 166, 212
e Le Mans, oltre che 340 S.
Ferrari non diceva mai come doveva essere il disegno della nuova
vettura, ma l'importante che la macchina fosse comoda come la
sua Lancia "Ardea", la vettura usata tutti i giorni
per i trasferimenti da Modena a Maranello. La collaborazione
Ferrari con Touring terminerà a metà degli anni
50, quando l'Alfa Romeo affida alla carrozzeria una grossa commessa
di Alfa Sprint e Super Sprint, rendendo quasi impossibile ogni
altra collaborazione, visto l'impegno assunto. Nel 1966 con
il modello Lamborghini 400 GTV, chiude la produzione della Carrozzeria
Touring iniziata in quel lontano 1926, che ha visto realizzati
modelli di vetture stupende, degni di quell'estro italiano invidiatoci
in tutto il mondo.
ANNO |
MODELLI
CARROZZATI IN DIFFERENTI VERSIONI |
1940 |
815
MM |
1949 |
166
SPORT - 166 INTER - 166 MM |
1950 |
166
INTER - 166 MM - 195 S - 275 S - 195 INTER
212 EXPORT |
1951 |
340
AMERICA - |
1952 |
212
INTER - 225 S - 275 S |
1953 |
212
INTER - 250 MM - |
1956 |
500
TR - 625 LM |
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ELLENA |
Nel 1957 e 1958 i titolari della Carrozzeria Ellena, Luigi Pollo
ed Ezio Ellena, sottoscrivono con la Ferrari un contratto di
collaborazione per rivestire alcune Ferrari 250 GT.
Fondata a Torino in Via Brescia 75 con la denominazione di Sas
- Carrozzeria Ellena Lavorazioni Speciali,
inizia l'attività collaborando con la Fiat, carrozzando
alcune 1900 Gran Luce. Anche l'Alfa Romeo affida alla Ellena
alcuni telai della 1900 due porte, che una volta restituiti
alla casa madre, aumenteranno la popolarità della carrozzeria
stessa e come per la Touring, anche l'Ellena riceve la "chiamata"
di Enzo Ferrari. Alla fine degli anni 50 la carrozzeria cambia
indirizzo, restando sempre nella città della Fiat, ma
ingrandendo gli impianti con nuovi cicli di verniciatura, dopo
che l'ex socio Boano rinuncia la prosecuzione della commessa
250 GT. L'Ellena collabora ancora con Ferrari, Fiat e Lancia.
La fine degli anni 60 vede la carrozzeria chiudere definitivamente
l'attività.
ANNO |
MODELLI
CARROZZATI IN DIFFERENTI VERSIONI |
1958 |
250
GT |
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BOANO |
A Torino un'altra carrozzeria si mette in luce
lavorando per Ferrari. La carrozzeria prende il nome dal suo
fondatore Felice Mario Boano, che aiutato dal
figlio Gianpaolo, fonda nel 1954 l'omonima azienda.
Boano è arricchito dall'esperienza acquisita prima della
Seconda Guerra Mondiale negli Stabilimenti Farina, esperienza
che lo porta ad aprire uno studio per la realizzazione di scocche
in legno. Conosce l'esperienza Ghia dal 1945 al 1952 nel ruolo
di direttore, prima del grande salto che lo porta al battesimo
del fuoco, realizzando per il presidente argentino Peron, un'Alfa
Romeo. Realizza questa volta per Henry Ford Jr, un modello di
vettura denominato Indianapolis, "rivestendo"
il telaio di una Lincoln.
Mario Boano chiuderà l'attività a metà
nel 1957 per trasferirsi alla FIAT in qualità di direttore
del Centro Stile.
ANNO |
MODELLI
CARROZZATI IN DIFFERENTI VERSIONI |
1956 |
410
SA |
1957 |
250
GT |
|
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GHIA |
Fondata nel 1915 a Torino da Giacinto Ghia,
la carrozzeria si è sempre distinta per la ricercatezza
dei particolari e delle creazioni, frutto del piacere del bello
e del perfezionismo che ha sempre contraddistinto Giacinto Ghia.
Mario Boano finita la guerra, ne guida le sorti dopo la morte
del fondatore, avvenuta il 21 febbraio 1944 e continua la produzione,
non ragguardevole nei numeri, ma eccelsa nella raffinatezza
del prodotto. Ferrari affida alla Ghia telai del tipo 166
e 212 e alcune 375 MM, per
un periodo di collaborazione che dura sei anni, dal 1950 al
1956.
ANNO |
MODELLI
CARROZZATI IN DIFFERENTI VERSIONI |
1950 |
166
INTER |
1951 |
195
INTER - 195 INTER (GHIA-AIGLE) |
1952 |
212
INTER - 250 S |
1953 |
212
INTER |
1955 |
375
AMERICA |
1956 |
410
SA |
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VIGNALE |
Torino patria dell'automobile e delle carrozzerie. Alla regola
non sfugge neppure Alfredo Vignale, che nel
1946, assieme ai soci Angelo Balma e i fratelli Guglielmo, fonda
l'omonina carrozzeria. Vignale si può considerare un
innovatore nel campo della vernicitura; infatti introduce nelle
sue realizzazioni con esiti positivi la bicromia. I colori sono
a volte in contrasto tra di loro, regalando visioni nel complesso
altamente suggestive. Incomincia ad apprendere il lavoro giovanissimo
alla Pinin Farina come aiuto battilastra, arrivando al "grado"
di responsabile di reparto, prima di lasciarla definitivamente
per incominciare la sua avventura. Inizia con una Fiat 500 Topolino,
ricostruendo la vettura, comperata usata ed in pessimo stato,
realizzandone un modello recensito perfino dalla rivista Autocar.
Dopo varie commesse, nel 1950 inizia la collaborazione con Ferrari,
avvalendosi anche del prezioso aiuto di Giovanni Michelotti,
realizzando assieme modelli che gli stessi piloti Ferrari usano
al di fuori delle piste. Nel 1951 Ascari e Taruffi portano una
Ferrari carrozzata da Vignale al primo e secondo posto nella
Carrera Panamericana. Si calcola che la collaborazione Vignale-Ferrari
abbia portato alla realizzazione di almeno 140 vetture carrozzate
dal bravo ex battilastra torinese fino al 1955.
ANNO |
MODELLI
CARROZZATI IN DIFFERENTI VERSIONI |
1950 |
166
INTER |
1951 |
166
INTER - 195 INTER - 212 INTER - 166 MM
166 CORSA - |
1952 |
212
INTER - 212 EXPORT - 225 S - 250 S - 340 AMERICA |
1953 |
212
INTER - 342 AMERICA - 166 MM - 250 MM - 340 MM |
1954 |
250
EUROPA - 375 AMERICA |
1955 |
250
GT |
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PININFARINA |
La collaborazione tra Pininfarina e Ferrari nasce da un incontro
a Tortona e da i suoi frutti nel giugno 1952, con la realizzazione
di una carrozzeria su telaio tipo 212 Inter carrozzato
Cabriolet. Inizia anche una svolta epocale per il costruttore
modenese: la produzione di serie delle vetture
con il cavallino rampante sul cofano. Giovanni Battista
Farina nasce a Torino il 2 novembre 1893 e cresce,
con gli altri nove fratelli, vedendo e sognando le locomotive
di Porta Nuova. Il fratello di Battista, Giovanni, incomincia
ad apprendere l'arte del battilastra in una carrozzeria torinese,
fino a quando, appreso al meglio il lavoro, apre in proprio
un'attività prima di meccanico e poi di carrozziere.
"Pinin", il piccolo, seguendo il
fratello nell'attività, conosce molti piloti ed in particolare
Vittorio Lancia che lo prende in simpatia. Gli anni passano
e gli affari per Giovanni vanno a gonfie vele. A Battista viene
affidata la gestione e il controllo dei reparti dell'azienda.
Conosce Giovanni Agnelli, proponendogli un radiatore di sua
concezione, che gli varrà la commessa da parte della
Fiat. Dopo la guerra, Pinin è in America dove incontra
Henry Ford, dopo un periodo passato a studiare i vari reparti
del colosso americano. Nel 1930 Giovanni e Battista seguono
strade diverse e Pinin apre una sua fabbrica in Corso Trapani
107 a Torino, legando ancora di più la sua amicizia verso
Vincenzo Lancia. Durante il periodo bellico, Pinin Farina riconverte
la produzione della sua azienda in autocarri, ambulanze e mezzi
per l'esercito. Al termine della guerra, riprende l'attività
di "sarto". Lavora per Lancia, Nash e nel 1952 la
prima Ferrari, affiancato dal figlio Sergio e
poi dal genero Renzo Carli. Su Decreto dell'allora
Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, viene variato
il nome della famiglia: da Pinin Farina a Pininfarina.
G.B.Pininfarina scompare il 3 aprile 1966. Sono moltissimi i
modelli Ferrari vestiti dall'azienda di Grugliasco in questi
60 anni di attiva collaborazione con Ferrari, lanciando in tutto
il mondo la "linea italiana".
L'ingegnere Sergio Pininfarina
muore all'età di 85 anni il 3 luglio 2012 dopo aver retto
il timone dell'azienda paterna per molti anni.
Vista
la produzione dei modelli Ferrari carrozzati:"Stabilimanti
Farina -
Pinin Farina - Pininfarina", è consigliata
per maggiori approfondimenti
la visione alla pagina Database
Ferrari |
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Pagina
2
Bibliografia
pagine
pubblicate il 15/01/2005 - Ultima
modifica 22/7/2013
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