La
330 P3 di Vaccarella-Bandini, seguita dall'Alfa Romeo TZ
di Bianchi - Businello e dalla Dino 206S di Scarfiotti - Parkes
Vincenzo Florio conosciuto come “don Vincenzino”,
è stato l’erede di una ricca famiglia siciliana,
i Florio, proprietari della Compagnia di Navigazione Generale,
dei Cantieri Navali di Palermo, della Fonderia Oretea, della
Ceramica Florio, delle Tonnare di Favignana e produttori del
Marsala che porta il loro nome, oltre ad altre molteplici attività
imprenditoriali. Il giovane Vincenzo ha sempre avuto un debole
per l’automobilismo, mondo che attirava i giovani rampolli
delle famiglie di inizio secolo. Si rivolse perfino a Giovanni
Agnelli per avere una vettura con cui partecipare alle competizioni
sportive, che vedevano partecipanti nomi importanti nell’automobilismo
primi anni 900. Ma la Fiat non concesse quella sognata vettura
al giovane Florio, anche perché la madre e il fratello
avevano preavvertito il Cav.Agnelli dell’imminente viaggio
che avrebbe compiuto il figlio, in cerca di un’avventura
che lui sentiva nascere dal profondo del cuore.
|
Vincenzino
non si scoraggiò e riuscì ugualmente ad acquistare
una Panhard & Levassor con cui partecipò il 25 ottobre
1903 alla Padova-Bovolenta che vinse, nientemeno che davanti
a Vincenzo Lancia.
Un successivo viaggio in Francia nel 1905, la “visione”,
come Ferrari di una corsa, la "Coppa Gordon Bennett"
e il giro di pista sulle strade che componevano i 137 chilometri
del giro a bordo di una Mercedes di proprietà dell’amico
Teste, corridore di una certa fama, fecero balenare l’idea
di una corsa nella sua Sicilia, idea che spiegò con foga
ed emozione a Charles Faroux, redattore de “L’Auto”,
giornale di automobilismo parigino, che lo presentò a
sua volta a James Gordon Bennett, ideatore e sovvenzionatore
dell'omonima corsa, spronandolo nell' idea di una corsa tutta
siciliana.
|
Ferrari
e Florio nel 1919
|
Il
4 settembre 1905 da Brescia, prendeva il via la prima Coppa
Florio, vinta da Carlo Raggio su
Itala, a cui fece seguito un eco internazionale e Vincenzino
si trovò alla ribalta come organizzatore di corse automobilistiche.
Il tutto gli valse la nomina a Cavaliere del Regno d’Italia.
In realtà il 4 settembre 1904, sempre sul Circuito di
Brescia (Brescia - Cremona - Mantova), venne disputata una edizione
"primordiale" della Coppa Florio, vinta da Vincenzo
Lancia su Fiat. Ma il conteggio delle manifestazioni della Targa
Florio, secondo gli Albi d'Oro, parte dal 6 maggio 1906,
con la vittoria di Cagno su Itala,
mentre il 5 settembre 1906 venne disputato
il "1° Circuito Siciliano
Vetturette Palermo - Madonie" , gara vinta dal
Conte Vincenzo Florio su De Dion Bouton.
Fu a Palermo, che subito dopo venne fondato il “Comitato
Panormitan Feste e Riunioni Automobilistiche di Sicilia”,
Comitato che aveva come scopo l’organizzazione degli eventi
sportivi, turistici e mondani.
|
Vincenzo
Florio con Fangio nel
1953
|
Ovviamente
come Presidente venne eletto il “Cavaliere” che
ne era anche il finanziatore. Era nata la leggendaria Targa
Florio, fortemente voluta da un giovane siciliano, che nella
sua intraprendenza riusci anche a modificare il Circuito di
Monza con l’innesto del “Raccordo Florio”,
usato nella metà degli anni trenta.
La
Targa avrà vita fino al 1977 con la 61a edizione, vinta
da Restivo - "Apache" su Chevron B36 alla media
di 107,140 h.km.
|
Il
Diorama
Il
diorama riproduce uno spaccato del circuito delle Madonie,
tra Caltavuturo (28° km) e Polizzi
(38° km), passando da Scillato.
Le vetture in questa zona del circuito, incominciano
ad incontrare le prime colline delle Madonie, toccando
la massima altezza dal livello del mare a Caltavuturo
(600 mt), per scendere poi a Scillato (250 mt s/m) in
8 km di discese e risalire ancora fino a 570 mt s/m
di Polizzi in 2 soli chilometri.
La scena rappresentata è la radiografia della
vita che accompagnava la Targa fin dalla sua prima edizione
del 1906, passando attraverso
i tipici paesi collinari. Gente di Sicilia, gente
calorosa, pronta a fare festa al passaggio delle vetture,
in special modo quando a transitare era un idolo locale.
Un esempio su tutti: Nino Vaccarella. Il "preside
volante" nella 51a Targa
Florio (1967), ebbe un incidente che ne compromise definitivamente
la gara: toccò un marciapiede con il cerchione
posteriore destro della sua P4 e lo piegò.
Stop. Fine della corsa. Quando a Cerda seppero dell'accaduto,
qualcuno malignò che la colpa era da attribuirsi
soltanto a Nino e alla sua voglia di rispondere ai saluti
del pubblico che faceva festa al suo passaggio in ogni
anfratto del circuito. Il diorama fotografa le tortuose
stradine siciliane; la Ferrari 330 P3
di Nino Vaccarella e Lorenzo Bandini è inseguita
dall'Alfa Romeo TZ di Bianchi - Businello
e dalla Dino 206S
di Ludovico Scarfiotti - Mike Parkes, mentre passano
in mezzo alla gente accorsa da ogni angolo della Sicilia
per vedere la gara e fare festa ai piloti. Tutto si
svolge in mezzo al pubblico e per il pubblico, che ha
sempre fatto sentire la sua presenza ad ogni edizione
della Targa.
Ogni
angolo era ottimale per vedere la corsa: balconi, terrazzi,
terrapieni, strada e prati si riempivano di pubblico
a rischio della loro stessa incolumità, oltre
a quella dei piloti. Animali, benchè ci fosse
il divieto di lasciarli liberi durante la gara, gironzolavano
allegramente da una parte all'altra della strada, creando
un certo scompiglio all'arrivo delle vetture. Ma il
fascino della Targa era unico. Il diorama è stato
realizzato usando materiali "poveri" quali:
il polistirolo, la creta, il cartone e l'allumino, cercando
di riportare fedelmente la vetustità dei fabbricati
dell'epoca, oltre alla bellezza del paesaggio siciliano.
Dimensioni: 70 x 45 x 35 centimetri. |
Modelli
: 330 P3 - die cast Brumm - elaborazione MfB
Dino 206 S - die cast Art Model - elaborazione MfB
Alfa Romeo TZ2 (cod.9088) - die cast Bast Model - elaborazione
MfB
|
La data dell’8 maggio 1966 per la Targa Florio
ha un significato tutto particolare: si festeggiano
le 50 edizioni di questa spettacolare corsa su strada,
voluta a partire dal 1906 da Vincenzo Florio. In nessun
posto al mondo esiste una corsa “di strada”
come la Targa Florio. Nelle vie strette dei villaggi
siciliani, con gli abitanti che si siedono a cavalcioni
sulle sedie con lo schienale girato verso “la
pista”, senza alcuna protezione; gli animali gironzolano
indisturbati al passaggio delle vetture, anche se giganteschi
manifesti in carta, avvisano del pericolo la popolazione
. Ma questa è la Targa. Tutti lì ad aspettare
il passaggio dell’idolo locale, un preside di
scuola media, “il preside volante” Nino
Vaccarella. Ormai la Targa si è trasformata in
una passerella commerciale per le Case automobilistiche,
esasperando le potenze, ben lontane dall’origine
voluta da “don Vincenzino” che si vantava
che la sua corsa fosse “la più
lenta del mondo”.
|
La
330P3 di Vaccarella - Bandini |
La 50a edizione
fu caratterizzata da una pioggia insistente
che accompagnò i concorrenti per quasi tutta
la gara, disputata sul Piccolo Circuito delle Madonie
di 72 km, da percorrersi dieci volte. Si racconta un
anèddoto molto comico:
il concorrente Dieter Glemser su Porsche 906P, in coppia
con Hans Hermann, investì con la sua vettura
un pecora sfuggita al controllo del proprietario, causandone
la prematura morte. Il proprietario ovviamente sporse
reclamo ai vertici della Targa e della stessa Porsche
presente in terra siciliana e il risultato fu un lauto
risarcimento per danni. Questo creò un precedente:
tutte le volte che un Porsche girava sul circuito siciliano,
le pecore e le capre più vecchie, furono mandate
allo sbaraglio, sperando di essere "centrate"
dalle vetture e così monetizzare il più
possibile, rendendo ancora più pericolosa la
competizione per piloti e pubblico presente.
|
Le prove del venerdì videro la chiusura delle
strade alle ore 6.00 del mattino, ma le prove vere e
proprie iniziarono alle 9.30, visto l’elevato
numero di asini, pecore e carretti che circolavano ancora
indisturbati sul percorso, nonostante il divieto assoluto
di transito.
Il sabato, la pioggia continuò incessante, prendendo
carattere torrenziale nella notte che precedette la
gara.
|
La
Ferrari 206S di Guichet-Baghetti |
La
Dino 206S di Scarfiotti-Parkes
|
Alle
5,30 di domenica 8 maggio, vennero chiuse le strade
al traffico, ma pochi corridori erano informati delle
condizioni del percorso dopo le piogge torrenziali della
notte. Masse di fango si erano riversate sul percorso
della Madonie, rendendo ancor più pericolosa
la competizione da Cerda fino alle colline. Alle 6,30
inizia l’allineamento delle vetture che prendono
il via distanziate di 30” l’una dall’altra
e i concorrenti si lanciarono nei 72 km del giro che
contava centinaia di curve. |
Durante
il secondo giro, il sole che aveva fatto capolino, lascia
il posto di nuovo alle nuvole cariche di pioggia e pesanti
acquazzoni si riversano ancora sul circuito. I tempi
sul giro si alzano notevolmente. Quando la rossa 330
P3 guidata da Vaccarella, autore del
giro veloce in gara in 41’51” alla media
di 102,209 km/h, passa nei pressi di Collegano, suo
paese d’origine, la gente espolode in urla e saluti
con la mano, incitando il beniamino di casa. |
La
330P3 sotto la pioggia
|
La
Porsche 906 di Mairesse-Muller |
Bandini,
dopo essere stato saldamente in testa alla corsa, ebbe
un incredibile incidente, dopo essere entrato in collisione
con una vettura Sport doppiata che non gli dava strada.
Lorenzo finì la sua corsa in un dirupo posto
a cinque metri sotto il livello stradale, restando miracolosamente
illeso. Un elicottero lo portò fino alle tribune
di Cerda, dove Bandini ebbe modo di esternare tutta
la sua rabbia contro il pilota che non gli aveva dato
strada.
La meritata vittoria andò all’equipaggio
Mairesse - Muller su Porsche
Carrera 6 (906) della scuderia elvetica
Filipinetti in 7h 16’ 32”,
alla media di 98,961 km/h, che concluse questa 50a
edizione dove su 70 equipaggi partenti, videro il traguardo
44. MfB
|
Classe |
N°
gara |
Vettura
|
Equipaggio |
Classifica
finale |
GT
oltre 1600 cc |
54 |
275
GTB/C |
Marchesi
- Sininbaldi |
|
Sport
oltre 2000 cc |
168 |
250
GTO/64 |
Reale
- Marsala |
3°
classificato |
|
170 |
250
LM |
Swanson
- Ennis |
|
|
174 |
250(275)LM |
Hawkins
- Epstein |
2°
classificato |
|
180 |
250(275)LM |
Ravello
- Starrabba |
1°
classificato |
Sport-Prototipi
1000/2000 cc |
196 |
Dino
206 S |
Guichet
- Baghetti |
1°
classificato |
|
204 |
Dino
206 S |
Scarfiotti
- Parkes |
|
|
206 |
500
TRC |
Tavaglia
- Termini |
|
|
210 |
Dino
206 P |
Biscaldi
- Casoni |
2°
classificato |
Sport-Prototipi
oltre 2000 cc |
228 |
275
GTB/C |
Conti
- Venturi |
|
|
230 |
330P3
Spyd. |
Vaccarella
- Bandini |
|
|
232 |
250
LM |
Nicodemi
- Lessona |
1°
classificato |
Classifiche
1°, 2° e 3° posto |
1°-
PORSCHE Mairesse/Muller |
2°-
FERRARI Guichet/Baghetti |
3°-
PORSCHE - Pucci/Arena |
|
Le
edizioni della Targa Florio dal 1906 al 1977 ***
|
Dall'anno |
All'anno |
image |
Circuito |
Km
tot. |
1906 |
1908 |
|
Grande
Circuito - km 148,823 - (3 giri) |
446,496 |
1909 |
-
|
-
|
Grande
Circuito
-
km 148,823 - (1
giro) |
148,823 |
1910 |
-
|
- |
Grande
Circuito -
km 148,823 - (2
giri) |
297,646 |
1911 |
-
|
- |
Grande
Circuito
-
km 148,823 -
(3 giri) |
446,496 |
1912 |
1914 |
|
Giro
di Sicilia - km 965 - (1 giro) |
965 |
1919 |
1924 |
|
Circuito
delle Madonie - km 108 - (4 giri) |
432 |
1925 |
1930 |
- |
Circuito
delle Madonie - km 108 -
(5 giri) |
540 |
1931 |
-
|
- |
Grande
Circuito -
km 148,823 - (4
giri) |
595,264 |
1932 |
- |
|
Piccolo
Circuito delle Madonie -72 km - (8 giri) |
576 |
1933 |
- |
- |
Piccolo
Circuito delle Madonie -72 km - ( 7 giri) |
504 |
1934 |
1935 |
- |
Piccolo
Circuito delle Madonie -72 km - ( 6 giri) |
432 |
1936 |
-
|
- |
Piccolo
Circuito delle Madonie -72 km - (2 giri) |
144 |
1937 |
- |
|
Circuito
di Palermo - km 5,7 - (60 giri) |
315,6 |
1938 |
-
|
- |
Circuito
di Palermo - km 5,7
- (30 giri) |
171,6 |
1939 |
1940 |
- |
Circuito
di Palermo - km 5,7
- (40 giri) |
228,8 |
1948 |
1950 |
|
Giro
di Sicilia
- km 1.080 - (1 giro) |
1.080 |
1951 |
1954 |
- |
Piccolo
Circuito delle Madonie -72 km - (8 giri) |
576 |
1955 |
-
|
- |
Piccolo
Circuito delle Madonie -72 km - (13 giri) |
936 |
1956 |
-
|
- |
Piccolo
Circuito delle Madonie -72 km - (10 giri) |
720 |
1957 |
-
|
- |
Piccolo
Circuito delle Madonie -72 km - (5 giri) |
360 |
1958 |
-
|
- |
Piccolo
Circuito delle Madonie - 72 km - (14 giri) |
1.008 |
1959 |
-
|
- |
Piccolo
Circuito delle Madonie - 72 km
- (14 giri) |
1.008 |
1960 |
1969 |
- |
Piccolo
Circuito delle Madonie -72 km - (10 giri) |
720 |
1970 |
1973 |
- |
Piccolo
Circuito delle Madonie -72 km - ( 11 giri) |
792 |
1974 |
-
|
- |
Piccolo
Circuito delle Madonie -72 km - (7 giri) |
504 |
1975 |
1976 |
- |
Piccolo
Circuito delle Madonie -72 km - (8 giri) |
576 |
1977 |
-
|
- |
Piccolo
Circuito delle Madonie -72 km - (4 giri) |
288 |
Si
ringrazia il Sig.Aldo lo Giudice per
la gentile collaborazione e l'autorizzazione alla pubblicazione
di una parte del materiale iconografico proveniente
dal sito www.targaflorio.info |
Bibliografia
pagina pubblicata il 9/10/2004
|
La
pagina rappresenta uno studio condotto dall'autore sulla
50a Edizione della Targa
Florio e potrà, a seguito di
nuovi accertamenti, subire modifiche atte ad inquadrare
al meglio la verità storica dell'evento. |
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