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24 novembre 2004
Breve storia delle Ferrari "America"
e "Superamerica"
Correva l'anno 1950 e al Salone di Parigi venne presentata
una vettura, un lussuoso spider nero, esemplare 0114A. Gli europei,
appena usciti dalla Seconda Guerra Mondiale, ammirano quella
vettura dal nome italianissimo. Ferrari.
Troppo bella, troppo lussousa per le stade italiane ancora in
fase di riassestamento nel periodo post-bellico, quindi si pensa,
forse non è per noi. Il nome è inequivocabile:
340 America e la dice lunga sulle idee del
suo costruttore, tale Enzo Ferrari, che ha iniziato a costruire
vetture da soli quattro anni introducendo una filosofia nelle
sigle delle automobili sportive che costruisce. "America",
questa è la meta dei nuovi mercati, dove il consumismo
ha fatto scuola, dove tutto è grande, immenso, anche
le strade per far correre i "cavalli" della Casa di
Maranello. Dopo che attraverso il nome della vettura, Ferrari
ha dimostrato la voglia di conquistare l'estero con la 212 Export,
eccolo puntare diritto oltre oceano, almeno con il nome della
sua nuova creatura.
Alla 340 America del 1950/51, seguirà
la 342 America del 1953, nata dopo la gloriosa
vittoria in F1 di Silverstone del 1951, vittoria che ha fatto
da enorme cassa di risonanza ai "prodotti" modenesi.
Nel 1953 Ferrari decide di chiamare ancora una vettura "America",
lasciando inalterata la motorizzazione di 4101,66 c.c., ma abbellendo
ulteriormente e inserendo le prime modanature e calandre "all'americana",
con cromature in primo piano, mettendo in risalto il lusso e
lasciando in disparte, almeno per il momento la competizione.
Ancora il Salone di Parigi, questa volta quello del 1953, tiene
a battesimo l'erede della 342 America
ovvero la 375. Aumenta la cilindrata a 4522,94
c.c, aumentandone nello stesso tempo le dimensioni. Alcune carrozzerie
vengono riprese anche dalla 250 Europa.
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1951 |
1953 |
1953
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340
America |
342
America |
375
America |
1955 |
America
Superamerica |
1960 |
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410
SA Superamerica/Superfast |
400
SA Superamerica |
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Nel 1955 anche l'Avv. Giovanni Agnelli è
attratto dal fascino dell'"America" e fa realizzare
a Maranello un modello speciale con calandra verticale. Il Salone
di Parigi sembra destinato a portare fortuna a Ferrari che nel
1955 presenta il telaio della 410 SA o Superamerica.
Bisognerà aspettare il Salone di Bruxelles del 1956 per
vedere la vettura completa, che verrà realizzata in dieci
esemplari destinati al mercato nord-americano, per la gioia
di Luigi Chinetti. Tra il 1956 e il 1959, vengono realizzate
diverse serie di questo modello che lascia definitivamente il
posto nel 1958 alla 410 Superamerica
di 4962 c.c, con 340 cavalli a disposizione. Il 1960 vede ancora
l'Avv.Agnelli destinatario di una 400 Superamerica,
presentata al Salone di Torino e destinata in differenti versioni
ad essere prodotta fino al 1964, parallelamente ad un'altra
vettura destinata all'America, la California
nelle versioni 250 GT Cabriolet, GT
Spider e 365.
MfB
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Quarant'anni dopo ecco la nuova
Superamerica
La nuova Ferrari disegnata da Pininfarina, verrà prodotta
in un'esclusiva serie limitata di 559 esemplari ed ha il vanto
e il merito di essere la berlinetta convertibile
più veloce al mondo, con i suoi 320 Km/h.
La Ferrari, come sempre innovativa con le sue vetture, introduce
un cinematismo di nuova concezione per l'apertura rotativa del
tetto, denominato "Revocromico",
brevettato da Fioravanti e realizzato dalla Saint Gobain, che
in 10" permette la convertibilità totale della vettura.
La Superamerica deriva direttamente dalla 575 M Maranello e
dalla succesiva versione Handling GTC.
Il motore è il classico 12 cilindri di 4.748 c.c, con
una cilindrata unitaria di 479 cm3, che sviluppa 540 CV a 7.250
giri/min, con un rapporto di compressione di 11:1 e una potenza
specifica di 588,6 Nm a 5.250 giri/minuto.
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Scheda
tecnica |
Motore:
12 cilindri a V di 65° |
Alesaggio/Corsa:
89 x 77 |
Cilindrata:
4.748
c.c (479 c.c) |
Rapporto
di Compressione: 11:1 |
Potenza
max. 540
CV a 7.250 g/min. |
Potenza
specifica: 114
Cv/litro |
Coppia
max:
588,6 Nm a 5.250 g/min. |
Lunghezza:
4550 mm |
Larghezza:
1935
mm |
Altezza:1277
mm |
Passo:
2500 mm |
Carreggiata
anteriore:
1632 mm |
Carreggiata
posteriore: 1586
mm |
Peso
in ordine di marcia:
1.450 Kg |
Velocita
massima: 320
km/h |
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Ferrari
Superamerica 45 Maggio
2011 |
Il
collezionista newyorkese Peter Kalikow ha ritirato
la sua Ferrari Superamerica 45, l'esemplare
unico realizzato dal reparto Progetti Speciali. La specialissima
supercar è stata disegnata da Ferrari Design e quindi
ingegnerizzata e prodotta negli stabilimenti Ferrari sulla base
della 599 GTB su richiesta dello stesso Peter Kalikow, per celebrare
il suo 45° anniversario da cliente della Casa di Maranello.
Aerodinamica raffinata. La Ferrari Superamerica 45 farà
la sua prima uscita in pubblico domani 20 maggio al Concorso
d'Eleganza di Villa d'Este. La Superamerica 45 si distingue
per l'hard-top rotativo di fibra di carbonio e per il cofano
posteriore ridisegnato per ospitare il tettuccio nella configurazione
aperta. Il particolare profilo del cofano permetterebbe di ridurre
la resistenza all'avanzamento e di migliorare la deportanza.
Tono su tono. Sulla fiancata si nota la presenza di una doppia
presa d'aria dietro il passaruota anteriore. Sono esclusivi
di questa versione la griglia cromata, i montanti del parabrezza,
gli specchietti e le maniglie delle porte. La Superamerica 45
esibisce la tinta Blu Antille, una tonalità che richiama
quella di un'altra Ferrari della collezione di Peter Kalikow,
la 400 Superamerica cabriolet del 1961. I cerchi sono in tinta
con la carrozzeria e hanno le razze diamantate in contrasto.
Il tetto e gli altri elementi di fibra di carbonio della carrozzeria,
quali lo splitter anteriore, i brancardi laterali e il diffusore
posteriore, sono blu scuri. Gli interni sono impreziositi dall'accostamento
tra la pelle color cuoio e i dettagli di carbonio blu scuro.
(fonte
quattroruote.it)
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Ferrari
Superamerica 45
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Pagina pubblicata novembre 2004 - Ultimo aggiornamento pagina 24/5/2011
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