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Manifesto
del Gran Premio del Marocco 1958 |
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GP
del Marocco 1958, Circuito di Ain Diab, Casablanca. - L’ultima
foto di Mike Hawthorn al volante di una Ferrari, la Dino 246
F.1, che per l’occasione ci mostra un insolito cupolino
motore di colore scuro (così come la visiera del casco
del pilota) per protezione dai riflessi del sole. |
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La magnifica riproduzione pittorica di
Michael Turner evidenzia la particolarità del cupolino
motore nero antiriflesso.
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Mike
Hawthorn classificandosi secondo, alle spalle del dominatore
della corsa e della stagione agonistica Stirling Moss, si aggiudica
il mondiale di F.1 grazie ai numerosi piazzamenti ed a un’unica
vittoria nel GP di Francia.
La Vanwall con le quattro vittorie di Moss e le tre di Tony
Brooks stravince il neo-istituito Campionato Costruttori, contando
la Ferrari due soli successi, Hawthorn in Francia e Peter Collins
in Gran Bretagna.
Anche il circuito marocchino ha voluto il suo tributo di sangue
con la morte per gravissime ustioni di Stuart Lewis-Evans, terzo
pilota della Vanwall.
Il GP del Marocco è passato alla storia per il caos statistico
ingenerato dal fatto, unico nella storia della F.1, che le auto
in gara avevano una numerazione diversa da quella utilizzata
nelle prove valide per lo schieramento di partenza.
Ai primi di Dicembre ’58 Mike Hawthorn annuncia il suo
ritiro dalle competizioni, quasi certamente sconvolto dai lutti
che si sono abbattuti sulla Scuderia Ferrari e sulle corse automobilistiche,
ma riportiamo una sua dichiarazione:
“Preferisco che mi si chieda oggi perchè mi ritiro
piuttosto che arrivare al giorno in cui potrei sentirmi chiedere
perchè non abbandono le corse.”
Solo qualche settimana dopo, 22 Gennaio 1959, per una tragica
beffa del destino, a soli trent’anni il sempre sorridente
Mike verrà raggiunto dalla nemesi al volante della sua
Jaguar personale.
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La
Lotus di Graham Hill |
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La
Vanwall del vincitore Stirling Moss |
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La
Ferrari di Olivier Gendebien |
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La
Vanwall di Tony Brooks |
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Un
controsterzo di Stirling Moss |
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La
Vanwall di Stuart Lewis-Evans |
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Il
GP del Marocco 1958 segnò il canto del cigno per due
gloriose scuderie, la Vanwall e la Maserati.
Per la Maserati si avverò la (facile) profezia di Enzo
Ferrari, l'ingaggio di Fangio per la stagione 1957, e per alcune
corse del 1958, portò al tracollo finanziario e al conseguente
ritiro dalle competizioni la seconda squadra italiana.
Stesso discorso per la Vanwall, i costi della F.1 allora come
oggi erano praticamente insostenibili per chi doveva anche far
quadrare i bilanci economici.
L' abbandono di due grandi squadre aprì la porta della
F.1 alla scuderia di Rob Walker che grazie alla classe di Stirling
Moss ed alla competività delle vetture acquistate prima
da Cooper e poi da Lotus potè rivaleggiare ad armi pari
con i team ufficiali.
Inoltre si affacciarono nel mondo della massima serie a ruote
scoperte due giovani manager in perfetta antitesi per l'altezza
fisica, ma in perfetta armonia per la visione del mondo delle
corse: Ken Tyrrell e Bernie Ecclestone.
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Mike Hawthorn
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