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Per comprendere integralmente la genesi
della Scuderia Ferrari, è bene fare un salto a ritroso
nel tempo per conoscere la storia dell’Alfa Romeo dal
1907 al 1938, data in cui
la Scuderia di Modena fu messa in liquidazione dai vertici Alfa
e Ferrari ritorna a Milano per restarci poco più di un
anno, prima di ritornare definitivamente nella sua Modena, iniziando
un’attività indipendente dalla Casa del milanese.
Dopo il 1938, l'Alfa Romeo ha continuato a produrre fantastiche
vetture e gareggiare in ogni parte del mondo: ma questa
è un'altra storia...
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La
storia dell’Alfa Romeo parte dal lontano 1907,
anno in cui Felice Grondona presenta il progetto della costruzione
dello stabilimento del Portello. Committente dei lavori è
la Darracq Italiana, azienda fondata da Alexander
Darracq e inizialmente produttrice di biciclette con il marchio
Gladiator. Nel 1896 Darracq decise di costruire
la prima vettura: un taxi a motore elettrico.
L’idea della Darracq Italiana è quella di produrre
tre modelli: la 8-10 HP, la 14-16 HP ed il Taxi, iniziando la
produzione nello stabilimento del Portello nel 1908.
Nel 1909 Giuseppe Merosi è incaricato
dall’Amministratore Delegato Ugo Stella, di progettare
una serie di nuove vetture. La Darracq dopo gli insuccessi commerciali,
cede la consociata Italiana ad un gruppo di finanzieri, garantiti
dalla Banca Agricola Milanese.
Il 1910 vede la nascita dell’A.L.F.A.
(Anonima Lombarda Fabbrica Automobili) e la 24 HP sarà
la prima vettura a chiamarsi ALFA. Intanto Merosi lavora ai
progetti per le nuove vetture. Alla Targa Florio del 1911,
l’equipaggio ALFA Franchini – Ronzoni, conducono
la gara per tre giri, prima di ritirarsi per incidente. L’esordio
è positivo.
L'ing. Nicola Romeo fonda la SAS Ing.Nicola Romeo &
C. con sede a Milano in Via Ruggero di Lauria 20.
Il 1912 e 1913 vedono l’ALFA
produrre una serie di vetture con prestazioni sportive. Nascono
la 12 HP, la 15 HP e la 46-60 HP, mentre continua la produzione
della 24 HP. Nel 1914 nasce la prima ALFA Grand
Prix; altro non è che una 40-60 HP con motore da 4500
cc. Campari con questa vettura si cimenterà nel chilometro
lanciato nei pressi di Brescia, ad una media di 147,540 km/h.
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Alfa dal 1910
al 1915 |
Il 1915 è un anno cruciale per le sorti
dell’ALFA, quando l’ingegnere napoletano Nicola
Romeo, in seno alle altre aziende da lui controllate, integra
anche l’ALFA tramite la Banca di Sconto, detentrice del
pacchetto di maggioranza, acquisendo anche tutti i beni immobili
dell’ALFA.
Dal 1915 al 1917, l’ALFA
produce esclusivamente materiale bellico e finalmente nel 1918,
l’Ing. Romeo fonda una Società con denominazione
S.A. Ing. Nicola Romeo & C., (Presidente il Cav.Ugo
Ojetti e Amministratore Delegato l’Ing.Nicola Romeo),
e fa confluire all'interno di questa la ex ALFA, la Officine
Meccaniche Tabanelli di Roma, la Costruzioni Meccaniche di Saronno
e le Officine Meccaniche Meridionali di Napoli.
Nel 1919 tra conflitti sindacali e cessazione
dello stato di guerra, le corse riprendono. Intanto Enzo Ferrari
incomincia la sua avventura di pilota con un CMN alla Parma-Poggio
di Berceto, arrivando undicesimo.
Il deficit aziendale aumenta e il 1920 è
un anno di transizione per l’ALFA, che vince con Campari
il Circuito del Mugello, nell’attesa del 1921,
anno in cui secondo l’Ing. Nicola Romeo, dovrebbe ricominciare
in pieno l’attività programmata. Enzo Ferrari è
della Squadra ALFA, dopo l'esperienza di CMN e Isotta Fraschini
e si classifica secondo assoluto e primo di categoria, alla
Targa Florio. Inizia la collaborazione ALFA-Enzo Ferrari.
Intanto Giuseppe Merosi progetta la prima sei cilindri ALFA,
la G1 di 6597 cc. e 65 CV a disposizione. La 20-30 HP è
la prima Torpedo a fregiarsi del marchio Alfa Romeo.
Ascari
e Sivocci vincono la Parma - Poggio di Berceto e Giuseppe Campari
è primo al Circuito del Mugello.
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Alfa Romeo dal 1915
al 1925 |
1921 - La G1 ha un nuovo motore e viene ridenominata
ES, mentre Ascari e Sivocci si classificano ripettivamente al
1° e 2° posto di classe alla Parma – Poggio di
Berceto. Il deficit dell’Alfa Romeo peggiora ulteriormente
al punto che fallisce la Banca Nazionale di Sconto, obbligando
il Governo alla fondazione dell’Istituto per le sovvenzioni
sui lavori industriali, che interviene per risollevare
le sorti della Casa milanese.
Il 1922 vede un fermo nella produzione delle
vetture Alfa Romeo e la Banca di Sconto chiude definitivamente.
Al Portello si producono solo sei prototipi di una nuova serie
chiamata RL.
La Banca Nazionale di Credito nel 1923 salva
l’Alfa dal fallimento totale e permette con i suoi stanziamenti,
la ripresa delle attività produttive. La serie RL riscontra
un buon successo di vendite e la mente fertile di Giuseppe Merosi,
progetta la G.P.Romeo, divenuta poi P1. A Monza durante le prove
del Gran Premio d’Europa, muore Ugo Sivocci, portabandiera
dell’Alfa. Enzo Ferrari già “agitatore di
uomini”, convince Vittorio Jano a lasciare la FIAT e progettare
per l’Alfa Romeo. Jano si mette subito al lavoro e progetta
l’Alfa Romeo P2. Ferrari vince il Circuito del Savio in
coppia con Ramponi.
E' l’anno del Cavallino Rampante.
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Alfa Romeo dal 1925
al 1946 |
Gran Premio di Lione del 1924.
Enzo Ferrari non partecipa al Gran Premio benché iscritto
alla gara e ritorna a Modena, lasciando i vertici Alfa con un
quesito mai risolto. La P2 di Jano sbaraglia subito gli avversari
vincendo il Gran Premio d’Europa a Lione, mentre a Monza
quattro P2 si classificano ai primi quattro posti.
L’Alfa Romeo con Gastone Brilli Peri è Campione
del Mondo nel 1925. La Squadra Alfa è
talmente forte che durante il G.P. di Spa, i piloti si fermano
durante la gara per un veloce spuntino e poi ripartono, vincendo
la gara. Il 1925 è l’anno di una grande perdita
per l’automobilismo sportivo. A Montlèry durante
il Gran Premio di Francia, muore Antonio Ascari e a Monza, dopo
il gran premio, tutta la Squadra Alfa si ritira dalle competizioni.
Il Gruppo Romeo, proprietario dell’Alfa, si scioglie e
alla Direzione Generale è chiamato Pasquale Gallo. A
Modena in via Emilia Est 5, Ferrari gestisce un garage auto
denominato "Auto Garage Gatti".
Nel 1926 Jano sostituisce Giuseppe Merosi alla
progettazione, ma nel mondo tirano venti di crisi e recessione.
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Alfa Romeo dal 1946
al 1972 |
Enzo Ferrari vince il Circuito di Modena edizione 1927
con una 6C 1500, modello di vettura che occuperà il 70%
della produzione Alfa di quell’anno.
1928 - Nicola Romeo lascia definitivamente
L’Alfa. La sei cilindri Alfa non ha problemi ad essere
venduta sul mercato in varie versioni, arrivando a montare anche
un compressore che permetterà a Campari – Ramponi
di vincere la Mille Miglia.
Il 1929 è l’anno della consacrazione di
Ferrari come dirigente sportivo. A Modena viene fondata
la Scuderia Ferrari e l’Alfa mette in produzione la 6C
1750 GS, che in cinque anni raggiungerà le 2259 unità.
La P2 è sempre la vettura da battere su tutte le piste
del mondo e Nivola partecipa per la prima volta ad una gara
a bordo di un’Alfa Romeo, giungendo secondo dietro a Varzi
nella Coppa Ciano.
Nuvolari in coppia con Guidotti, batte Varzi alla Mille Miglia
del 1930 con una 6C 1750 GS. E' la prima
corsa e subito la prima vittoria della Scuderia
Ferrari, ricordata anche come la “corsa dei fari
spenti” e la P2 è ulteriormente rielaborata da
Jano. E’ costituita la Società Anonima Italiana
Ing. Nicola Romeo & C., con abbreviazione Società
Anonima Alfa Romeo. Nel 1931 Vittorio
Jano continua a sfornare progetti vincenti e con la 8C 2300
carrozzata sia Spider che Torpedo, ridenominata poi Monza, dimostra
la buona qualità dei suoi progetti. La Monza vincerà
la sua prima gara con Nuvolari alla Targa Florio di quall’anno,
aumentando il mito del Mantovano volante. Enzo Ferrari
disputa l'ultima corsa della sua vita, il Circuito
delle Tre Province, classificandosi
2° assoluto. Una 8C 2300 Torpedo privata, vince con
Howe-Birkin la 24 Ore di Le Mans.
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Il 1932 vede il debutto dell’Alfa
Tipo B, conosciuta come P3, un mostro da 215 CV e 2654 cc di
cilindrata, progettata da Jano con due alberi motore. Trionferà
a Monza al suo esordio con Nuvolari, oltre che conquistare il
podio al GP di Monaco, alla Targa Florio, al GP di Francia,
al Cicuito di Avellino, alla Coppa Ciano e alla Coppa Acerbo.
Il tedesco Rudolf Caracciola è della squadra del Biscione
vincendo il Gran premio di casa. A fine anno
l ’Alfa Romeo lascia le corse in
quanto si ritengono eccessive le spese di gestione del reparto
corse stesso. Il quadrifoglio verde lascia
il posto al Cavallio rampante, che gìa era apparso
sulle rosse Alfa Romeo a Spa il 9 luglio 1932 durante la 24
Ore di Spa.
Siamo nel 1933 e in attesa che la Fiat acquisti
l’Alfa Romeo, il controllo azionario della Casa passa
dalla Banca Nazionale di Sconto all’IRI
Istituto per la Ricostruzione Industriale, con i buoni
auspici del Governo Italiano.
Da questo momento Enzo Ferrari tramite la Sua Scuderia, gestisce
in proprio le rosse Alfa con il Cavallino Rampante sul cofano.
A Monza durante il Gran Premio, muoiono Campari e Baconin (Umberto)
Borzacchini. Nel 1934 l’Ing. Ugo Gobbato
guida l’Alfa ad un riammodernamento degli impianti; il
nuovo modello è la 6C 2300. L’Alfa vince per la
quarta volta di seguito la 24 Ore di Le Mans, rivince la Mille
Miglia e la Targa Florio. L’influenza di Ferrari si fa
sentire e le Alfa primeggiano su tutti i circuiti. In terra
teutonica, incominciano a farsi sentire le direttive del regime
nazista e la Mercedes e l'Auto Union, azienda composta da Wanderer,
DKW, Audi e Horch, incominciano ad essere le vetture da battere.
1935 - Nuvolari dopo gli scontri con Ferrari,
rientra nella Scuderia di Modena e trionfa al Neurburgring con
la P3, mentre Luigi Bazzi progetta l’Alfa Bimotore in
due esemplari: uno con 2 motori x 3165 cc, l’altro esemplare
di 2 x 2900 cc. Sempre Nuvolari con la Bimotore, conquista il
record del Miglio lanciato sull’Autostrada Firenze –
Mare.
Nel 1936 è sempre più produzione
di auto da corsa e a Tripoli esordisce il primo 12 cilindri
Alfa Romeo, la Tipo 12C 1936 e Nuvolari vince la Coppa Vanderbilt
all'Autodromo Roosvelt Field di New York proprio su una 12C.
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Alfa Romeo dal 1972 ad oggi |
Vittorio Jano nel 1937 lascia la direzione
progettazione dell’Alfa, dopo che i vertici Alfa gli fanno
pesare che l’Alfa 12C, non si può contrapporre
allo strapotere delle Mercedes, in particolare della W 125.
Il suo sostituto è Gioachino Colombo.
Il 1938 segna l’anno della chiusura della
Scuderia Ferrari e all’Alfa arriva l’Ing. Orazio
Satta Puliga. E’ l’anno di battesimo dell’Alfa
Corse, che ritorna direttamente sulle piste, dopo il ritiro
del 1933 e Vittorio Jano lascia definitivamente la Casa.
Ferrari assume la direzione dell'Alfa Corse e con la supervisione
dell’ingegnere spagnolo Wifredo Ricart, discute la propria
posizione con l’Ing.Gobbato, non soddisfatto delle scelte
tecniche della spagnolo. Dopo la affermazioni di Gobbato,
nel 1939 Ferrari lascia definitivamente la
Casa milanese per iniziare la propria avventura, dopo
avere lasciato a Milano l'Alfa Romeo
158, vettura pluricampione, realizzata sotto la sua supervisione
e ritornò nella sua Modena dove possedeva proprietà
immobiliari ed aveva buoni contatti d'affari. Per la terza volta
e questa volta definitivamente, Enzo ferrari ritorna nella sua
"Mutina" per non lasciarla più ed aprire la
Auto Avio Costruzioni. MfB
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La
pagina rappresenta uno studio condotto dall'autore sulla
Storia dell'Alfa Romeo e
potrà, a seguito di nuovi accertamenti, subire modifiche
atte ad inquadrare al meglio la verità storica dell'evento.
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pagina
pubblicata il 25.08.2005 - ultimo aggiornamento
20.12.2012
Bibliografia
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